Burkina Faso, i terroristi minacciano l’industria aurifera
Il 14 novembre un attacco terroristico ha provocato la morte di 19 militari della gendarmeria di Inata e di un civile nella provincia di Soum (regione a nord del Burkina Faso al confine con il Mali).
L’accaduto si aggiunge alla lista degli attentati avvenuti nell’ultima settimana. Infatti, il 12 novembre sono stati uccisi 7 poliziotti e ne sono stati feriti altri 5 ad Alkoma, città nell’area nord-orientale confinante con il Niger. Il giorno prima sono stati uccisi 10 civili ad un posto di blocco sulla strada che porta al mercato di Markoye, sempre nel nord del Paese al confine con il Niger.
L’ipotesi attuale è che gli agguati siano stati condotti da gruppi affiliati allo Stato Islamico nel Grande Sahara, branca regionale di Daesh (IS). La regione del Sahel, in particolare alcune aree comprese tra Mali, Niger e Burkina Faso, è teatro di proliferazione jihadista dal 2015. Le motivazioni del fenomeno sono molteplici, ma nella regione settentrionale del Burkina Faso esse di legano anche alle dinamiche di sfruttamento delle miniere aurifere.
L’estrazione di oro è una delle principali attività del Paese e Ouagadougou è il produttore aurifero con la più rapida crescita in Africa, attualmente in quarta posizione nel Continente. Il settore minerario informale è fortemente presente, come stimato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Inoltre, circa il 95% dell’oro estratto in maniera artigianale (molto difficile tra tracciare) è controllato da bande criminali e gruppi jihadisti che lo contrabbandano in Togo e Mali. La scoperta, nel 2012, di una nuova vena aurifera nel Sahel, che va dal Sudan alla Mauritania, insieme all’aumento del prezzo globale dell’oro e alla liberalizzazione del mercato in Burkina, ha causato la corsa alla risorsa. Questo ha attirato l’attenzione sia delle grandi compagnie minerarie globali che dei gruppi terroristici. I gruppi jihadisti si infiltrano nelle comunità promettendo di ripristinare il vecchio califfato precoloniale e aiutare la popolazione locale contro lo sfruttamento del governo e delle società straniere. L’intensificazione degli attacchi jihadisti ed il loro ruolo nella gestione e nello sfruttamento dell’estrazione aurifera artigianale rischiano di danneggiare lo sviluppo dell’industria estrattiva del Burkina e destabilizzare ulteriormente un Paese ed una regione tra le più volatili del Continente Africano.