La Corea del Nord intensifica i test missilistici
Il 17 gennaio, la Corea del nord ha annunciato di aver effettuato un test di lancio di un missile balistico. Si tratta del quarto test dall’inizio dell’anno: dalle immagini ufficiali rilasciate, si sarebbe trattato di due missili balistici a corto raggio, in un test che aveva come bersaglio un’isola al largo della costa orientale coreana.
Il lancio è solo l’ultimo episodio di una serie serrata di test avvenuta dall’inizio dell’anno, durante la quale sarebbero stati lanciati due missili ipersonici (5 gennaio) e un missile balistico a corto raggio da un treno (11 gennaio). La reale capacità tecnologica dei missili, tuttavia, è dubbia, specialmente per quanto riguarda la possibilità che la Corea del Nord abbia accesso alla tecnologia ipersonica.
I missili ipersonici si distinguono per l’alta velocità che possono raggiungere (mach 5, ovvero cinque volte la velocità del suono), per l’alto grado di manovrabilità in fase terminale che consentirebbe di evadere più a lungo i sistemi radar di difesa rispetto alla tecnologia balistica. Tuttavia, rispetto a Paesi quali la Cina, la Russia, che affermano di schierare missili ipersonici già testati e operativi, è difficile accertare se la Corea del Nord abbia sviluppato pienamente questa capacità.
La ripresa e l’intensificazione dei test in queste prime settimane del 2022 sembra rispondere alla volontà di Pyongyang di ritrovare l’attenzione internazionale e provare a recuperare un dialogo con l’esterno per trovare una soluzione alla pressante crisi economica che ha messo in ginocchio il Paese nel corso degli ultimi anni. Ad oggi, tuttavia, la reazione non sembra essere stata quella desiderata. Nonostante la linea ufficiale del Paese, che difende tali operazioni in quanto puramente difensive, infatti, i test hanno suscitato la reazione dei Paesi vicini. Il segretario del gabinetto giapponese, Hirokazu Matsuno, ha condannato l’azione della Corea del Nord sottolineando la minaccia alla pace e alla sicurezza che rappresenta, mentre da parte cinese, il portavoce del Ministero degli Affari Esteri Zhao Lijian ha invocato la necessità di pace per la penisola. Simili preoccupazioni sono state sollevate anche dalla Corea del Sud, in un momento di grande delicatezza politica in vista delle elezioni presidenziali del prossimo marzo. Proprio il Presidente sudcoreano, Moon Jae-in, aveva avanzato la possibilità di riprendere i colloqui con la controparte nordcoreana e di mediare un eventuale dialogo informale con gli Stati Uniti, idealmente durante i giochi olimpici invernali di Pechino. Tuttavia, il boicotto dei giochi da parte statunitense e il ritiro della partecipazione da parte della Corea del Nord hanno impedito, di fatto, l’organizzazione dell’iniziativa.
I nuovi test rischiano ora di complicare ulteriormente il rapporto tra le parti. Già la scorsa settimana, infatti, l’Amministrazione Biden aveva annunciato nuove sanzioni contro persone fisiche e giuridiche coinvolte nello sviluppo del programma militare nordcoreano. In risposta, il leader nordcoreano Kim Jong un, in una riunione straordinaria del Politburo, ha avanzato la possibilità di riprendere le attività di sperimentazione nucleare, sospese volontariamente da Pyongyang in seguito al dialogo avviato dall’ex Presidente Donald Trump. Il nuovo braccio di ferro potrebbe portare ad un improvviso aumento delle tensioni e contribuire ad incrementare l’instabilità in tutta la regione.