Gli ultimi sviluppi del programma missilistico strategico nordcoreano
Il 30 Ottobre, la Repubblica Democratica di Corea (DPRK - Democratic People’s Republic of Korea ) ha testato un nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM - Intercontinental Ballistic Missile ), denominato Hwasong-19, certificando un significativo avanzamento nel programma missilistico strategico di Pyongyang.
La lunga gittata assicurata dagli ICBM, combinata con gli avanzamenti nel nucleare militare, permette alla DPRK di porre a rischio non solo i Paesi geograficamente più prossimi, come la Corea del Sud (ROK - Republic of Korea ) ed il Giappone, ma anche quelli più distanti, incluso l’intero territorio degli Stati Uniti d’America. Proprio in quest’ottica, a partire dal 2017, Pyongyang ha avviato lo sviluppo e l’affinamento di queste capacità, benché effettuando sperimentazioni discontinue, riprese in modo significativo dal 2022. Il segmento ICBM rappresenta tuttavia, soprattutto per ritardi di natura tecnologica e problemi di accesso alle supply chains, solo una parte di un più ampio programma missilistico, ancora incentrato in prevalenza su vettori balistici a raggio corto (SRBM - Short Range Ballistic Missiles ) ed intermedio (IRBM - Intermediate Range Ballistic Missiles ).
La sperimentazione degli ICBM presenta poi sensibili criticità, con la DPRK che ha condotto in prevalenza, oltre a test statici dei sistemi di propulsione, lanci incentrati sulla prima fase del volo balistico e con traiettorie caratterizzate da una curvatura fortemente accentuata. Se il primo aspetto comporta incertezze sull’affidabilità e sopravvivenza dei veicoli di rientro, il secondo deriva dall’esigenza di Pyongyang di limitare le aree, soprattutto aeromarittime, non nazionali impattate da queste attività. Centrale per verificare il miglioramento delle prestazioni negli ICBM nordcoreani risulta dunque sia il tempo di volo, sia l’apogeo della traiettoria, entrambi in costante aumento, i quali risultano funzionali a definire l’ipotetica gittata reale del vettore. Nello specifico, il primo ICBM nordcoreano ad essere testato, il Hwasong-14, ha raggiunto infatti un’altitudine di 3.700 chilometri ed una distanza di 1.000 chilometri dal punto di lancio, per un totale di 47 minuti di volo. Il successore, cioè il Hwasong-15, testato per la prima volta nel 2017 e successivamente nel 2022, ha invece sorvolato il Mare del Giappone per 71 minuti, con un apogeo di 6.248 chilometri per poi precipitare a 1.090 chilometri di distanza dal suo punto di lancio. Il Hwasong-17 , sperimentato tra il 2022 ed il 2023, dopo alcuni test fallimentari, è invece riuscito a raggiungere i 6.000 chilometri di altitudine ed a coprire una distanza pari a poco più di 1.100 chilometri. Nel 2023, il Hwasong-18, primo ICBM con propellente solido sperimentato da Pyongyang, è riuscito a raggiungere, in un volo durato circa 74 minuti, 6.648 chilometri di altitudine mantenendosi entro i 1.101 chilometri dal punto di lancio.
Il test eseguito il 30 Ottobre, oltre ad essere il primo di un ICBM nordcoreano nel 2024, ha infine coperto distanze mai raggiunte dai vettori della DPRK, con un apogeo di 7.687 chilometri di altitudine, presumibilmente grazie ad uno raffinamento tecnico del propellente solido, ed un tempo di volo inedito pari a 85 minuti. Nonostante non siano state fornite informazioni tecniche specifiche riguardanti il nuovo vettore, come il peso o la lunghezza, l’utilizzo di un Transporter Erector Launcher (TEL) composto da undici assi e con una cabina per l’equipaggio particolarmente ristretta, suggerisce che lunghezza e diametro del missile testato siano nettamente superiori rispetto a quelli del suo predecessore, il Hwasong-18, trasportato da un TEL su nove assi. Il notevole aumento delle dimensioni del missile, e quindi del potenziale carico appare compatibile non solo con la dotazione di una testata più grande, superando anche le sfide ed i costi posti dalla miniaturizzazione della stessa, ma soprattutto con il perseguimento da parte della DPRK di ICBM equipaggiati con testate multiple indipendenti (MIRV – Multiple Independently Targetable Reentry Vehicles ), al fine di aumentare le capacità di penetrazione delle difese aeree nemiche, minacciando più bersagli contemporaneamente.
L’impiego di un vettore di simili dimensioni, integrato con un TEL senza uguali, segnala tuttavia non marginali criticità in termini di flessibilità operativa, elemento su cui la transizione da ICBM a propellente liquido, che necessitano di essere riforniti nell’immediatezza del lancio, a missili a propellente solido, pronti all’impiego, mira invece a perseguire. Se il test dimostra i progressi nordcoreani nella missilistica strategica, lo stesso consente di rilevare le sfide che persistono per la credibilità ed efficacia della deterrenza di Pyongyang, in particolare sotto i profili sia della sopravvivenza dei lanciatori ad un eventuale attacco preventivo, sia del corretto funzionamento del veicolo di rientro.