Il viaggio di Modi rafforza l’asse India-Golfo
Asia e Pacifico

Il viaggio di Modi rafforza l’asse India-Golfo

Di Tiziano Marino
06.03.2024

Tra il 13 e il 15 febbraio, il Primo Ministro indiano Narendra Modi si è recato in visita nel Golfo dove ha incontrato i vertici politici di Emirati Arabi Uniti (EAU) e Qatar. Il viaggio, organizzato per rispondere all’invito a partecipare al Global Governments Summit di Abu Dhabi, ha offerto al leader indiano l’occasione di aggiungere un nuovo tassello alla strategia – nota come Look West – volta a rafforzare le relazioni continentali a ovest dell’India, oltre il confine militarizzato con il Pakistan. In quest’ottica, Nuova Delhi ha consolidato nell’ultimo decennio i rapporti con gran parte degli attori mediorientali, su tutti Israele e Stati del Golfo. Nel corso dei suoi primi due mandati, in particolare, Modi ha mirato a trasformare le relazioni India-Golfo, ampliandone la portata ben oltre gli elementi essenzialmente economici che le hanno a lungo contraddistinte: manodopera a basso costo, flussi di rimesse e forniture di petrolio. Dall’ambito del partenariato economico tali rapporti si sono dunque evoluti assumendo un carattere sempre più politico e strategico. Decisive, a questo proposito, sono state due tendenze che hanno coinvolto, da un lato, i Paesi del Golfo impegnati a diversificare le proprie economie e, dall’altro, l’India, la cui crescita ha iniziato ad attirare in maniera crescente l’attenzione degli investitori internazionali. Di conseguenza, i legami tra India e Golfo sono cresciuti al punto di favorire anche lo sviluppo di intese minilaterali, quali l’accordo “I2U2”, formato nel 2021 dall’India insieme agli EAU, a Israele e agli Stati Uniti, e più di recente, anche l’India-Middle East-Europe Economic Corridor (IMEC).

In questo quadro, il recente viaggio di Modi negli EAU, il settimo da quando è Primo Ministro dell’India, ha consentito la firma di diversi accordi mirati a consolidare le ottime relazioni bilaterali esistenti. Insieme al Presidente della Federazione, Mohammed Bin Zayed al-Nahyan, Modi ha siglato un trattato sugli investimenti, un accordo quadro intergovernativo per l’implementazione dell’IMEC e un’intesa sull’interconnessione delle piattaforme di pagamento istantaneo, l’indiana Unified Payments Interface e l’emiratina Aani. Tali accordi si inseriscono nel contesto del partenariato strategico sviluppato da Nuova Delhi e Abu Dhabi, culminato con l’entrata in vigore del Comprehensive Economic Partnership Agreement (CEPA), nel maggio 2022. Nel complesso, i due Paesi mirano a portare l’interscambio commerciale complessivo, attestatosi a 84,5 miliardi di dollari tra aprile 2022 e marzo 2023, oltre i 100 miliardi di dollari nel prossimo quinquennio e ad ampliare la fetta di scambi non strettamente legati al settore energetico. Già nel 2022, l’India si era affermata come secondo partner commerciale degli EAU a livello globale, mentre il mercato del subcontinente ha rappresentato la principale destinazione per le esportazioni emiratine non legate all’export di idrocarburi.

A testimonianza della portata della recente espansione dei rapporti bilaterali, il valore degli investimenti diretti emiratini in India si è attestato, fino a settembre 2023, attorno ai 17 miliardi di dollari e ciò ha consentito al Paese di imporsi come settimo investitore globale in India e primo tra i partner arabi. Gli investimenti emiratini in India riguardano principalmente i settori dei servizi, del trasporto marittimo e dell’energia, anche se un focus maggiore potrebbe essere posto in futuro su costruzioni e infrastrutture. A oggi, anche gli investimenti indiani negli Emirati Arabi Uniti sono a un livello discreto e ammontano a circa 8 miliardi di dollari. Lo Stato arabo, inoltre, rappresenta una delle mete più ambite dai business indiani al punto che, solo nel 2022, circa 11.000 nuove aziende provenienti dall’India si sono iscritte alla Camera di Commercio di Dubai, portando così il numero complessivo dei business indiani presenti a oltre 83.000.

Forti restano anche i rapporti sul fronte energetico, malgrado il peso complessivo della regione mediorientale in tema di forniture petrolifere all’India sia stato fortemente ridimensionato dalla guerra in Ucraina, che ha favorito l’export russo di materie prime energetiche in Asia Meridionale. Nel 2023, inoltre, Nuova Delhi e Abu Dhabi hanno siglato un’intesa per il pagamento in rupie dell’export petrolifero, ma le autorità indiane sul finire del 2023 hanno ammesso che i risultati finora non sembrano in linea con le aspettative. Intanto, nel mese di gennaio, la compagnia energetica emiratina ADNOC Gas ha annunciato la firma di un accordo decennale per la fornitura di 0,5 milioni di tonnellate metriche all’anno di gas naturale liquefatto (GNL) con l’indiana GAIL Limited.

In questo contesto, si inserisce anche la partecipazione comune all’IMEC, il progetto di corridoio commerciale presentato al G20 indiano nel settembre 2023, cui partecipa anche l’Italia. Sul tema, i due leader hanno siglato proprio nel corso del recente incontro un accordo per accelerare il processo di sviluppo dell’IMEC che, per quanto riguarda i due Paesi, punta a collegare i porti occidentali indiani, tra cui quelli di Mumbai e Mundra (Gujarat), con le infrastrutture portuali emiratine di Jebel Ali, al-Fujairah e Mina Zayed. In questo contesto, un ruolo rilevante lo avrà verosimilmente l’indiana Adani Group, già forte di un partenariato con Abu Dhabi Ports Company.

Il viaggio di Modi, infine, è stato rilevante anche perché ha permesso al Primo Ministro di consolidare i rapporti con la imponente comunità indiana presente nel Paese, pari a circa 3,5 milioni di persone su circa 9 totali, anche in previsione dell’imminente scadenza elettorale. A tal proposito, la visita è stata sfruttata dal Premier indiano per celebrare la costruzione ad Abu Dhabi di un tempio indù, ennesima conferma dell’estrema rilevanza che l’induismo ricopre nella narrativa dell’attuale governo indiano.

La tappa in Qatar, invece, ha offerto anzitutto l’occasione a Modi per ringraziare pubblicamente lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani per aver graziato gli otto ex ufficiali della Marina di Nuova Delhi arrestati e condannati a morte dopo essere stati accusati di spionaggio. Inoltre, la tappa qatarina del viaggio del leader indiano è stata utile anche a ribadire la volontà di ampliare la cooperazione bilaterale nel settore energetico e in quello finanziario. In particolare, l’ampliamento dei flussi di investimenti e l’innalzamento dell’interscambio complessivo dovrebbero essere elementi prioritari nel breve-medio periodo. Sul tema, si segnala che il flusso di investimenti dal Qatar all’India, nel 2023, si è attestato a soli 1,5 miliardi di dollari, ben al di sotto tanto della quota emiratina, quanto di quella saudita.

La rilevanza assoluta di Doha per Nuova Delhi risiede anche nella volontà delle autorità indiane di favorire una transizione progressiva verso un’economia prevalentemente basata sul gas. Già tra il 2020 e il 2021, infatti, dal Qatar giungeva circa il 40% delle forniture complessive di GNL, ma lo scorso febbraio i due Paesi hanno siglato un accordo del valore di circa 78 miliardi di dollari per estendere le importazioni di ulteriori 7,5 milioni di tonnellate all’anno per altri 20 anni.

In prospettiva, la traiettoria dei rapporti a oggi positivi tra India e Golfo dipenderà da alcuni fattori critici, primo fra tutti l’andamento del conflitto in corso tra Israele e Hamas e l’eventuale allargamento dello stesso. La postura indiana, infatti, è stata caratterizzata negli anni da sostanziale distacco rispetto ai principali dossier securitari dell’area e ciò ha favorito lo sviluppo di rapporti fruttuosi tra Nuova Delhi e i suoi partner regionali. Tuttavia, una crescente polarizzazione, se non uno scontro più ampio, potrebbero rendere insostenibile la politica di equilibrio indiana. In secondo luogo, l’India e il Consiglio di Cooperazione del Golfo hanno avviato trattative per un accordo di libero scambio che potrebbe contribuire a rafforzare i rapporti economici e commerciali, ma la cui approvazione non appare priva di criticità. In ultimo, anche il rafforzamento dei legami in tema di sicurezza e difesa potrebbe facilitare lo sviluppo e il consolidamento dei rapporti tra India e Stati del Golfo. A tal proposito, si segnala l’attuale dispiegamento navale imponente, consistente in circa 12 navi, deciso dalla Marina di Nuova Delhi nelle acque del Mar Arabico e del Golfo di Aden, in una fase di forti tensioni regionali. Nel breve-medio periodo, proprio un maggiore coordinamento nel settore difesa potrebbe fungere da volano per il positivo sviluppo dei rapporti dell’India con l’area.

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