Costruire l’IMEC: il cammino verso l’implementazione del Corridoio Indo-Mediterraneo
Geoeconomia

Costruire l’IMEC: il cammino verso l’implementazione del Corridoio Indo-Mediterraneo

Di Tiziano Marino e Alexandru Fordea
09.04.2025

Trascorso circa un anno e mezzo dalla presentazione del progetto, l’India–Middle East–Europe Economic Corridor (IMEC) è ora in fase di sviluppo, con i tre segmenti principali che tuttavia procedono a velocità profondamente differenti.

Il tratto orientale, che mira a rafforzare i collegamenti marittimi tra l’India e il Medio Oriente, ha fatto registrare progressi significativi trainato dalla Look West Policy, la strategia politico-diplomatica del Governo di Narendra Modi volta a consolidare rapporti e partenariati strategici con gran parte degli attori regionali, con focus in particolare sul Golfo. A questo si aggiungono gli importanti investimenti in corso o programmati dall’India volti a rafforzare la portualità e il settore marittimo nel suo complesso, spesso in stretta collaborazione con i key players dell’area, come l’emiratina DP World.

Di contro, il segmento centrale del Corridoio, che mira a collegare via terra Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania e Israele, appare attualmente congelato, in attesa di una soluzione politica di lungo periodo che metta fine alla persistente conflittualità mediorientale e favorisca l’afflusso di investimenti. Determinante per la riuscita del progetto e per la cooperazione pacifica del quadrante allargato risultano, in particolare, il triangolo Israele-Palestina-Giordania e la normalizzazione dei rapporti tra Tel Aviv e Riyad. A tal proposito, un ruolo rilevante potrebbero averlo sia il dialogo tra i leader di Israele e Stati Uniti alla Casa Bianca, sia i colloqui che prenderanno presto il via in Oman tra gli stessi Stati Uniti e la Repubblica Islamica dell’Iran. Al fine di facilitare la ricerca di soluzioni, lo sforzo diplomatico dovrebbe comunque essere supportato anche da tutti gli attori interessati alla effettiva realizzazione del Corridoio.

In attesa di comprendere gli sviluppi in Medio Oriente, la connessione Indo-Mediterranea può tuttavia essere accelerata attraverso l’utilizzo delle tradizionali rotte marittime. Tale dinamica, tra l’altro, confermerebbe la natura non necessariamente conflittuale del progetto, il cui obiettivo resta quello di diversificare le rotte commerciali favorendo il rafforzamento e la resilienza delle supply chain globali in tempi di forti turbolenze come quelli attuali. In questo contesto, il segmento occidentale di IMEC, ossia quello Mediterraneo – e quindi europeo –, affronta la sfida dell’implementazione che passa per la scelta dei principali porti di approdo, la mappatura degli stakeholders pubblici e privati coinvolti, la realizzazione di dettagliate analisi di mercato, l’allocazione delle risorse e degli investimenti, nonché dal potenziale inserimento del Corridoio nel quadro delle più ampie strategie nazionali. Attualmente, attorno ad IMEC si registrano gli interessi diretti di Grecia, Francia e Italia, Paesi pronti a proporre rispettivamente i porti di Atene o Salonicco, di Marsiglia e di Trieste come terminali chiave del Corridoio. Oltre a questi, altri membri dell’UE seguono con interesse gli sviluppi del progetto, su tutti Germania, Polonia e altri Paesi dell’Europa centro-orientale, ma forte appare anche l’attenzione di attori della Penisola balcanica e del Nord Africa.

Da una prospettiva europea, dunque, in questa fase gli sforzi sono concentrati sulla creazione di una cornice che miri a fare di IMEC un progetto in grado di cambiare, almeno nel medio e lungo periodo, gli equilibri economici e commerciali tra l’Unione e l’Indo-Pacifico. In particolare, il primo e forse principale tassello riguarda la delicata trattativa sul Free Trade Agreement (FTA) tra UE e India, attualmente giunta al decimo round negoziale. L’intesa, prevista tra 2025 e 2026, consentirebbe infatti di rafforzare l’interscambio esistente, con l’UE che rappresenta già oggi il principale partner commerciale indiano con 124 miliardi di euro di scambi di merci e circa 60 in servizi nel 2023. In quest’ottica, una riduzione delle tariffe, comprese quelle sulle auto come recentemente richiesto da Bruxelles, un accesso semplificato ai rispettivi mercati e un accordo sulla mobilità di lavoratori altamente qualificati potrebbero giovare tanto al blocco UE quanto a Nuova Delhi, oltre a favorire la complessa corsa dell’India verso la realizzazione di un solido settore manifatturiero.

In questo contesto, l’Italia, che ha recentemente nominato l’Ambasciatore Francesco Talò come inviato speciale per IMEC, ha adottato una strategia che passa in prima battuta per il rafforzamento delle relazioni con l’India e i partner del Golfo. Perno centrale della partecipazione italiana nel progetto appare, quindi, il consolidamento del partenariato economico e commerciale con Nuova Delhi, su cui si concentra orami da mesi l’azione politica e diplomatica nazionale. A tal proposito, una tappa fondamentale di questo processo sarà rappresentata dall’imminente viaggio in India del Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, a capo di una delegazione di imprese e realtà economiche nazionali che prenderanno parte all’India-Italy Business, Science and Technology Forum.

Visto da Roma, il Corridoio Indo-Mediterraneo presenta caratteristiche tali da consentirne l’inserimento in una cornice più ampia, che ne favorirebbe l’ascesa a pilastro di una vera e propria grand strategy nazionale. La candidatura del porto di Trieste come potenziale sbocco del Corridoio, infatti, apre la strada verso il centro economico dell’UE, rappresentato in primis dalla Germania, nonché in direzione di altre aree di prioritario interesse per il Sistema Paese, come l’Europa centro-orientale e i Balcani. Di conseguenza, la connessione quasi naturale per IMEC sarebbe quella con la Three Seas Initiative, che traccerebbe una linea dall’Indiano al Baltico, passando per attori vicini all’Italia come ad esempio la Polonia, forte di un partenariato strategico siglato con l’India nell’estate del 2024. Sul tema, l’Italia potrebbe collegarsi, anche attraverso la stesura di un piano ad hoc, alle priorità enumerate nel documento Focus on India presentato dal Governo Federale Tedesco nell’ottobre del 2024. Vista l’elevata interconnessione tra le rispettive economie, Roma potrebbe consolidare il suo ruolo come porta di accesso tedesca per l’Oceano Indiano e dunque per l’India, almeno in prospettiva. Per quanto concerne i Balcani, si evidenzia la decisione dell’India di aprire un Consolato onorario in Albania, mossa che potrebbe preludere a una maggiore presenza regionale volta a rafforzare ulteriormente le innumerevoli connessioni potenzialmente promosse da IMEC in aree dove l’interesse italiano è forte.

Parallelamente, si registra una crescente complementarità tra IMEC e il Piano Mattei per l’Africa. La presenza nel Piano italiano di attori quali Kenya, Mozambico e Tanzania, consente infatti di collegare direttamente le priorità Indo-Mediterranee del Corridoio con quelle della strategia governativa di cooperazione per il Continente africano. Anche i diversi pilastri dell’azione italiana in Africa, tra cui spiccano energia e digitale, sono ampiamente sovrapponibili con alcuni elementi chiave di IMEC, nel cui quadro rientrano la posa di cavi ottici sottomarini e le infrastrutture per l’idrogeno pulito. D’altronde, l’esistenza di un nesso più ampio tra Piano Mattei e IMEC è stata di fatto confermata dalla stessa UE, che ne ha ribadito il legame ultimo con l’ambizioso piano di connettività infrastrutturale noto come Global Gateway e, di conseguenza, con la più ampia European Economic Security Strategy. A tal proposito, nel corso della recente visita in India, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha collegato obiettivi e scopi del Global Gateway e di IMEC, i cui collegamenti ferroviari rientrano nei piani di diversificazione e accelerazione delle rotte commerciali, in questo caso tra India ed Europa. In parallelo, il Parlamento Europeo, approvando un emendamento sull’assistenza macrofinanziaria alla Repubblica Araba d’Egitto, ha riconosciuto la strategicità del Piano Mattei per le relazioni tra le due sponde del Mediterraneo. A ciò si aggiunge il fatto che l’Italia potrebbe coordinare la propria visione strategica per l’Africa con quella dell’India. A tal proposito, il Paese guidato da Narendra Modi ha recentemente accelerato gli sforzi diplomatici e politici in direzione di un avvicinamento al Continente africano, dinamica che va letta anche nel più ampio contesto che vede il Paese come candidato alla guida del cosiddetto Global South. In questo quadro, il Corridoio di Lobito e i rapporti tra l’Italia e numerosi partner africani consentirebbero poi di spalancare ai piani in essere, almeno nel lungo periodo, anche le porte dell’Atlantico.

Guardando ad est, il consolidamento dei rapporti tra Italia e Paesi del Golfo, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita su tutti, rafforza ulteriormente la posizione del Paese nel quadro di IMEC, tracciando un sentiero che porta direttamente ai porti della costa occidentale indiana. Da lì, il Corridoio prosegue idealmente seguendo la Act East Policy indiana e le strategie di Nuova Delhi per la Baia del Bengala dove, malgrado le complessità, proseguono gli sforzi in direzione del rilancio di BIMSTEC, piattaforma che punta al rafforzamento della connettività regionale, fino al Sud-est asiatico e all’Australia. Con quest’ultima, inoltre, sembrano sul punto di riprendere i dialoghi volti alla definizione di un FTA con l’UE, altro tassello di potenziale risposta alle turbolenze commerciali globali, nonché ulteriore passo in avanti nella definizione di quella cornice necessaria a rendere IMEC un progetto realmente efficace.

La fase attuale, dunque, appare decisiva per lo sviluppo in concreto di IMEC e l’esplorazione, nonché l’approfondimento, delle immense potenzialità del progetto. A tal fine, l’inserimento di questo in un quadro strategico più ampio non può che giovare ai singoli Paesi che procederanno in tale direzione, Italia compresa.

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