Il labirinto libico. Il percorso verso le elezioni e il futuro del processo di riconciliazione
Dal 26 agosto scorso, Tripoli è stata teatro di violenti scontri armati tra milizie rivali, congelati solo da un fragile cessate il fuoco raggiunto il 4 settembre con la mediazione dell’ONU. La dinamica con cui si sono svolti e le ragioni che hanno portato a questi combattimenti restituiscono un quadro sintetico ed efficace delle principali vulnerabilità del processo di riconciliazione libico. Infatti, la lotta per il controllo della capitale non rappresenta soltanto una contesa di carattere locale, né il risultato di dinamiche proprie di una singola regione come la Tripolitania. Al contrario, le sue radici possono essere rinvenute nei diversi livelli di un conflitto stratificato come quello libico. Fin dal 2014, l’anno in cui si è verificata la rottura istituzionale fra Tripoli e Tobruk e sono emersi i due macro-schieramenti di Alba della Libia nell’ovest e dell’Esercito Nazionale Libico del Generale Haftar in Cirenaica, questo conflitto si è svolto tanto sul piano militare quanto su quello politico interno e ha incessantemente coinvolto i principali attori regionali e internazionali.