Siria. Capo negoziatori opposizione: la tregua è fallita
E’ gelo a Ginevra dove sono in corso i colloqui di pace sulla Siria. Il capo dei negoziatori dell’opposizione al regime infatti, ha dichiarato che il cessate il fuoco è fallito. Parole che arrivano dopo il raid aereo condotto dalle forze governative nel nord della Siria. Come riportato dai media locali, ci sono almeno 10 vittime tra i civili rimasti uccisi in un mercato ortofrutticolo. Intanto l’Alto Comitato negoziale che rappresenta le principali forze di opposizione al regime di Damasco ha chiesto alle Nazioni Unite di sospendere le trattative condotte dall’inviato Onu de Mistura. Sulle criticità emerse durante i primi cinque giorni di negoziati, Daniele Gargagliano ha chiesto un commento all’analista mediorientale Stefania Azzolina
R. – Fino a questo momento il tavolo delle Nazioni Unite ha - di fatto - riportato diverse criticità, che si ripresentano ogni volta che inizia un nuovo round di negoziati. Continua a pesare quella che è la forte frammentazione della situazione in questo momento del territorio siriano, soprattutto dal punto di vista militare e della disposizione dei vari contendenti. Sin dall’inizio la difficoltà di mantenere in vita la tregua è stata quella di indicare delle zone che siano riconducibili esclusivamente ad un attore: quindi zone controllate dallo Stato Islamico o zone controllate – ad esempio – da al-Nusra o zone controllate dai ribelli. Questa rappresenta, di fatto, una delle criticità che poi si ripercuote sui negoziati di pace. L’altra è, invece, quella dell’internazionalizzazione del conflitto, che rende difficile portare avanti le negoziazioni. Quindi la necessità di trovare un compromesso non solo tra opposizione e forze che rappresentano comunque il regime di Assad, ma anche dalle diverse potenze regionali - come Arabia Saudita e Iran - o internazionali - come Russia e Stati Uniti - nel trovare una sintesi per la crisi siriana. E’ importante sottolineare come non si sia ancora giunti in una fase in cui vi sia un negoziato diretto tra i contendenti: siamo ancora in una fase di negoziati separati che quindi vedono le Nazioni Unite, nella figura di de Mistura, parlare alternativamente con rappresentanti governativi e l’Alto Comitato di negoziazione per cercare di creare le basi, per poi dar vita ad un negoziato diretto.
D. – L’inviato Onu de Mistura ha detto che venerdì sarà fatto un punto della situazione, ma le due parti sembrano ancora molto lontane…
R. – Da una parte, la violazione che viene sempre più sottolineata - da parte dell’Alto Comitato di negoziazione - riguardo l’arrivo degli aiuti umanitari e quindi riguardo la non disponibilità del Regime di concedere l’arrivo degli aiuti umanitari in zone controllate, appunto, ancora dalle forze governative fedeli ad Assad; dall’altra parte, Assad non ha dato certo un’immagine volta alla conciliazione con l’indizione delle elezioni della scorsa settimana, che di fatto sono state denunciate – sia a livello internazionale che all’interno del Paese e soprattutto da parte del fronte ribelle – come delle elezioni farsa. Il messaggio di Assad, in realtà, è la volontà di continuare ad avere un ruolo in Siria, soprattutto nella fase di transizione politica che in questo momento si sta cercando di negoziare a Ginevra.
D. – Il capo dei negoziatori del regime di Damasco ha accusato i sauditi, la Turchia e il Qatar di essere i registi della decisione presa dall’opposizione di Assad. Quali pressioni esterne arrivano al tavolo dei negoziati di Ginevra?
R. – L’Arabia Saudita e l’Iran, in questo momento, vedono nel dossier siriano un teatro terzo in cui testare quali siano le loro capacità di proiezione di potenza nella regione. Se guardiamo a Stati Uniti e Russia, nonostante la telefonata di oggi sia assolutamente un fattore positivo, di fatto sono sempre stati contrapposti, soprattutto sul ruolo che il leader siriano potrà avere o non potrà avere nel futuro della Siria.
D. – La telefonata tra Obama e Putin, nelle scorse ore, sembra ribadire la preoccupazione sull’effettiva osservanza del cessate-il-fuoco del 27 febbraio scorso…
R. – Il cessate il fuoco rappresenta un elemento fondamentale che potrà permettere in futuro di giungere ad un compromesso. Ma in realtà il cessate il fuoco ha permesso, di fatto, alle forze ribelli presenti sul terreno di effettuare una sorta di riorganizzazione e quello cui assistiamo in questi giorni - quindi una nuova accelerazione degli scontri - deve essere contestualizzato sia al cessate il fuoco, sia in relazione al ritiro, al disimpegno russo nel quadro militare siriano.
Fonte: Radio Vaticana