La rivalità religiosa e geopolitica tra Iran e Arabia Saudita in Medio Oriente
Nel corso dell’ultimo anno la competizione tra Iran e Arabia Saudita è tornata ad infiammare le tensioni all’interno del Medio Oriente, regione in cui le due potenze cercano di affermare il proprio primato da ormai oltre quattro decenni. Simbolo delle due grandi anime dell’Islam, la Repubblica Islamica e la Monarchia degli al-Saud hanno saputo strumentalizzare a scopi politici le diatribe settarie tra sciiti e sunniti e le divisioni etniche tra persiani e arabi per cercare di cristallizzare le rispettive sfere di influenza e ridimensionare il margine di manovra dell’avversario. Gli sconvolgimenti politici e le crisi di sicurezza che hanno interessato la regione negli ultimi quarant’anni sono stati il contesto dentro il quale i due Paesi hanno consumato questa rivalità, apprendendo dalle lezioni della storia e adattando la propria strategia di espansione al mutare degli equilibri sottesi alla stabilità dei propri vicini. Potendo contare sulla portata rivoluzionaria del proprio messaggio, il governo di Teheran ha fatto della guerra asimmetrica il vettore principale della propria proiezione regionale. L’esportazione di un modello, che affonda le radici nella concezione stessa di comunità interna al mondo sciita, ha permesso all’Iran di creare una rete di proxy su cui fondare un arco di resistenza sciita che, di fatto, consente alla Repubblica Islamica di estendere la propria influenza fino al Mediterraneo. A fronte della crescita esponenziale dell’influenza iraniana nella regione, l’Arabia Saudita ha, di contro, adottato una postura più rigida e intransigente, orientata a cercare di piegare l’arco sciita ricorrendo al proprio peso politico ed economico, non solo nei confronti dei vicini, ma anche del tradizionale alleato statunitense. Contando sempre meno sulla presenza degli Stati Uniti in Medio Oriente, Riyadh ha cercato di sfruttare la politica di massima pressione esercitata da Washington sul rivale persiano per ritagliarsi nuovi spazi di manovra e aprire nuovi possibili tavoli di scontro indiretto in cui provare a drenare la resistenza dell’Iran. In un momento in cui la regione mediorientale appare sul limitare di una nuova fase di trasformazione generazionale e sociale, la volatilità della rivalità tra le due potenze potrebbe evolversi lungo nuove direttrici. L’emersione, in molti Paesi mediorientali, di un nuovo sentimento nazionalista e ispirato ad un maggior laicismo rispetto al passato, il cambio generazionale in corso all’interno della panoplia di milizie sciite che hanno sostenuto l’ascesa di Teheran in questi anni, la preparazione della successione al trono saudita, sono tutti fattori che incideranno sulla percezione e sulla capacità di influenza di Iran e Arabia Saudita e che potrebbero aprire una nuova stagione nella rivalità politica ed ideologica tra le due potenze del Golfo.