Russia, la Duma approva in prima lettura la legge “anti-Navalny”
Russia e Caucaso

Russia, la Duma approva in prima lettura la legge “anti-Navalny”

Di Eugenio Consiglio
19.05.2021

Il 18 maggio la Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha approvato in prima lettura una nuova legge che vite la candidatura a posizioni istituzionali per qualsiasi membro affiliato o sospettato di essere parte di una organizzazione dichiarata estremista.

Si tratta di un provvedimento chiaramente pensato per annientare definitivamente l’FBK (Fondazione anti-corruzione), creata nel 2011 dal blogger ed attivista politico Alexei Navalny, il principale leader dell’opposizione a Vladimir Putin ed al suo sistema di potere.

Infatti, il mese scorso, la procura di Mosca ha avviato un’indagine volta ad accusare la fondazione di svolgere attività sovversiva e, quindi, funzionale alla sua etichettatura di organizzazione estremista.  Qualora il tribunale di Mosca decidesse di dichiarare l’FBK associazione estremista, molti dei suoi attivisti rischierebbero di essere incarcerati e le attività di tale fondazione, peraltro già sospese in attesa della sentenza del tribunale, verrebbero definitivamente interrotte.

Tale iniziativa è legata sia alle elezioni che si terranno il 19 settembre per il rinnovo della Duma che, più in generale, alla strategia di sterilizzazione delle opposizioni da parte del Cremlino. Il voto si preannuncia un difficile banco di prova per Putin, la cui popolarità è in discesa per via della crisi economica che affligge la Russia e per la gestione del caso Navalny.

Questi duri provvedimenti messi in campo contro Navalny evidenziano la strategia di repressione parcellizzata e asimmetrica del dissenso messa in campo dal regime di Putin. Il Cremlino usa infatti diverse intensità nel contrasto agli oppositori in funzione della loro pericolosità. Si può inoltre osservare una gradualità delle misure nei confronti del movimento di Navalny. Si è passati dall’intimidazione degli attivisti e la repressione violenta delle manifestazioni fino ad arrivare all’introduzione di leggi che ne impediscono l’eleggibilità politica. Il Cremlino si trova costretto ricorrere a questo genere di provvedimenti che accentuano le caratteristiche autoritarie del sistema, limitando ulteriormente la libertà di espressione e i diritti delle opposizioni in vista delle elezioni.

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