In Thailandia continuano le manifestazioni di protesta contro governo e Monarchia
Asia e Pacifico

In Thailandia continuano le manifestazioni di protesta contro governo e Monarchia

Di Stefano Grandi
15.10.2020

Lo scorso 15 ottobre il governo thailandese ha dichiarato lo stato di emergenza e vietato gli assembramenti con scopi politici, al fine di contrastare le manifestazioni che durante i due giorni precedenti hanno imperversato per le strade di Bangkok. Infatti, tra la sera di martedì 13 e la giornata di mercoledì 14, migliaia di protestanti – circa 10mila secondo la polizia locale, per la maggior parte giovani e studenti – si sono radunati presso il Monumento alla Democrazia, luogo simbolico da cui esattamente 47 anni fa prese forma la rivolta popolare thailandese che portò alla caduta della dittatura militare di Thanom Kittikachorn. Sulla scia delle rimostranze che sin da febbraio interessano il Paese, i manifestanti invocano la deposizione del Primo Ministro Prayut Chan-o-cha e una riforma costituzionale che limiti i poteri sia dell’esercito, sia del monarca Maha Vajiralongkorn.

L’arresto di 21 attivisti – tra cui uno dei leader delle proteste, l’attivista Parit Chirawat, e Arnon Nampa, avvocato per i diritti civili – ha fornito a un numero sempre maggiore di persone un nuovo motivo per scendere in piazza. A complicare la questione è stato l’intervento di un modesto gruppo di contro-manifestanti pro-establishment, che si sono scontrati con il fronte pro-democratico (guidato dall’Unione degli Studenti thailandesi) rievocando, seppur in misura molto minore, le lotte intestine tra camicie gialle (filomonarchici) e camicie rosse (democratici) del periodo 2006-2014.

Nonostante l’intervento delle Forze di polizia, i rimostranti hanno espresso l’intenzione di mantenere il sit in fino a sabato, per cercare di mettere pressione all’esecutivo guidato da Prayut. Finora il governo non ha rilasciato dichiarazioni riguardo ai tumulti, né ha fatto intravedere apertura al dialogo con il fronte democratico. Anzi, ha ribadito la responsabilità delle Forze dell’ordine di far rispettare tutte le leggi vigenti, tra cui la legge sul reato di lesa maestà. A fronte di un crescente numero di aderenti alla manifestazione, un eventuale intensificarsi delle operazioni e di arresti da parte delle Forze di sicurezza potrebbe però portare ad un irrigidimento del rapporto tra piazze e Palazzo, che rischia di trasformarsi in una polarizzazione delle rispettive posizioni che potrebbe aprire una fase di instabilità all’interno del Paese.

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