Cina: le proteste popolari e l’allentamento delle restrizioni anti-Covid
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Cina: le proteste popolari e l’allentamento delle restrizioni anti-Covid

Di Andrea Mistretta
22.12.2022

A seguito dell’ondata di proteste iniziate lo scorso novembre contro le restrizioni imposte dalla politica zero-Covid, il 7 dicembre scorso, la National Health Commission cinese ha rilasciato un nuovo protocollo per la gestione della pandemia che segna un parziale abbandono della strategia di tolleranza zero e l’intenzione di favorire le riaperture per stimolare la ripresa economica.

Le principali misure introdotte riguardano la possibilità, per i casi asintomatici o con sintomi lievi, di trascorrere il periodo di isolamento in casa, piuttosto che nelle strutture per la quarantena. Inoltre, si segnala la volontà di limitare l’utilizzo di app per il tracciamento e la riduzione della richiesta di test antigenici per accedere nei luoghi pubblici. Tuttavia, nonostante gli allentamenti, la vita nelle principali metropoli è lontana dai ritmi pre-pandemici e ciò segnala, tra le altre cose, la permanenza di una condizione di incertezza per i cittadini cinesi. Di recente, infatti, la curva epidemiologica è cresciuta sensibilmente, con nuovi picchi previsti per il mese di gennaio 2023. Per questa ragione, Pechino sta puntando sull’intensificazione della campagna vaccinale, soprattutto per gli over 80, tra i quali solo il 66,4% ha completato il ciclo vaccinale.

L’incremento del numero di contagi ha prodotto una forte pressione sul sistema sanitario nazionale che rischia di aprire importanti criticità. Già nelle scorse settimane, gli studenti di medicina hanno protestato nelle università e negli ospedali di diverse città, tra cui Wuhan, Nanchino e Kunming, reclamando aumenti salariali, migliori protezioni dal Covid-19, ma anche la possibilità di tornare a casa per le vacanze invernali e non essere costretti a ritmi di lavoro eccessivi. Al fine di far rientrare le proteste, le amministrazioni locali, come quella di Nanchino, hanno avviato processi di adeguamento dell’attrezzatura protettiva. Inoltre, si sono registrate aperture al dialogo sul tema degli aumenti salariali e sulla concessione di giorni di riposo.

In questo quadro complesso, se l’allentamento delle restrizioni voluto dal Partito Comunista Cinese ha consentito di gestire la protesta, esso ha altresì dimostrato come le manifestazioni possano essere strumento di pressione efficace sulla leadership cinese, locale e soprattutto centrale. Questo aspetto apre scenari interessanti poiché l’apparente successo della “protesta dei fogli A4” potrebbe rappresentare un esempio da emulare anche in altri casi come avvenuto, in parte, con le richieste degli studenti di medicina. Tuttavia, la sfida principale per la Repubblica Popolare potrebbe derivare dalla pressione eccessiva sul sistema sanitario derivante dal picco recente di contagi. Questo aspetto, sommato al rallentamento conclamato del sistema economico, apre una fase critica per la leadership di Xi Jinping il cui terzo mandato rischia di essere caratterizzato, almeno nel breve, dalla gestione del malcontento che impone scelte innovative o in aperta discontinuità con quanto fatto finora.

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