in Myanmar un gruppo di manifestanti ha fondato le Forze Unite di Difesa per proteggere la rivoluzione anti-golpe
Asia e Pacifico

in Myanmar un gruppo di manifestanti ha fondato le Forze Unite di Difesa per proteggere la rivoluzione anti-golpe

Di Walter Brenno Colnaghi
29.04.2021

Nella regione di Karen al confine tra Myanmar e Thailandia, la milizia armata “Unione Nazionale di Karen” (UNK) ha iniziato a fornire addestramento militare ad un gruppo di manifestanti, che si oppongono al golpe militare del Generale Min Aung Hlaing. Fuggiti dalla repressione violenta compiuta dal Tatmadaw, un centinaio di giovani ha cercato rifugio nelle aree sotto il controllo dell’UNK e ha dato vita alle “Forze Unite di Difesa”.

La collaborazione tra manifestanti e gruppi di insorgenza su base etnica rappresenta una svolta significativa nella crisi in Myanmar. Questo cambiamento sembrerebbe essere la reazione di una parte dei manifestanti alle violenze del Tatmadaw e all’assenza di prospettiva di una soluzione nel breve periodo. Finora, infatti, l’opposizione al colpo di Stato e al governo della giunta militare si è svolta soprattutto in modo pacifico e ha trovato espressione sul piano prettamente politico, attraverso sia la mobilitazione del movimento di disobbedienza civile, sia la formazione di un Governo di Unità Nazionale (GUN) da parte di parlamentari dissidenti, alternativo a quello militare. Tuttavia, i militari hanno risposto con una repressione violenta delle opposizioni, che ha causato oltre 700 vittime e ha alzato il costo delle manifestazioni pacifiche. Inoltre, il tentativo fatto con il GUN di presentare un’alternativa legittima al governo golpista, che potesse fungere da interlocutore per la Comunità Internazionale non ha sortito la sperata risonanza esterna. Come dimostrato anche dal recente vertice ASEAN, tenutosi lo scorso fine settimana, la mancata presa di posizione contro la giunta di Hlaing da parte dei partner regionali, di fatto, ha rappresentato un tacito riconoscimento degli esiti del golpe.

La scelta di alcuni manifestanti di ricorrere alle armi e di affidarsi all’addestramento fornito dall’UNK mette in luce la possibile convergenza di interessi tra i due gruppi contro l’establishment militare. Un primo esempio di ciò sembrerebbe essersi verificato lo scorso 27 aprile, quando in un’operazione congiunta, manifestanti e miliziani sarebbero riusciti a conquistare un avamposto del Tatmadaw al confine con la Thailandia. La convergenza tra le rivendicazioni dell’insorgenza etnica e della frangia militante anti-golpe potrebbe creare una saldatura nella lotta al Tatmadaw tra le zone periferiche e le piazze, formando un fronte unico opposto ai militari. Inoltre, ciò potrebbe portare in prospettiva ad un cambiamento del peso delle minoranze negli equilibri interni tra governo centrale e gruppi indipendentisti, aumentando il peso di questi ultimi in un eventuale riassetto post-crisi.

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