Il dispiegamento del THAAD statunitense in Israele
Difesa e Sicurezza

Il dispiegamento del THAAD statunitense in Israele

Di Andrea Russo e Martina Battaiotto
22.10.2024

L’Operazione True Promise II, condotta dalla Repubblica Islamica dell’Iran contro lo Stato di Israele il 1°Ottobre e coinvolgente l’impiego di oltre 180 missili balistici a medio raggio (MRBM – Medium Range Ballistic Missile) ha sottolineato la sfida rappresentata dal contrastare efficacemente un attacco saturante con vettori balistici. Lo stesso ha infatti sostanziato la credibilità delle capacità di bersagliamento da parte di Teheran, enfatizzate dai significativi arsenali di analoghi sistemi d’attacco detenuti dal Corpo delle Guardie Islamiche della Rivoluzione. La relativa minaccia è alla base dell’approntamento difensivo di Tel Aviv, in coordinamento con i propri partner strategici, con la finalità di dissuadere o neutralizzare una probabile controrisposta iraniana all’attesa rappresaglia israeliana. In tale contesto, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha disposto lo schieramento in Israele di un’intera batteria del sistema di difesa aerea Terminal High Altitude Area Defense (THAAD), con l’intento di rafforzare la postura di deterrenza e difesa nella regione.

L’architettura di difesa aerea israeliana è di per sé considerata una delle più avanzate e si articola primariamente in tre cupole di ingaggio con raggio di base crescente, presidiate dagli apparati Iron Dome, David’s Sling, Patriot ed Arrow 2 e 3. Non tutti i livelli possiedono tuttavia la capacità di intercettare missili balistici, con Iron Dome essenzialmente concepito per contrastare minacce quali razzi, colpi di artiglieria e droni. Diversamente, David’s Sling è stato progettato per contrastare missili balistici a corto raggio (SRBM – Short Range Ballistic Missile), oltre a missili da crociera e razzi di grande calibro. Il sistema presenta una capacità di intercetto limitata ad un’altitudine massima di 15 chilometri, con un raggio d’azione compreso tra i 40 ed i 300 chilometri. Per quanto concerne il MIM-104 Patriot, la versione PAC-2 GEM-T impiegata dalla difesa aerea israeliana è ottimizzata per l’intercetto di velivoli da combattimento, droni e missili da crociera, possedendo inoltre limitate capacità antibalistiche. I sistemi Arrow 2 e Arrow 3, invece, sono precipuamente concepiti per affrontare SRBM e MRBM fino ad una distanza massima di 2.400 chilometri (Arrow 3) ed a un’altitudine di 100 chilometri, ingaggiandoli durante la fase exo-atmosferica della loro traiettoria balistica.

Il sistema THAAD, sviluppato e prodotto da Lockheed Martin, e schierato da Washington ad integrazione delle difese aeree israeliane è invece in grado di contrastare SRBM e MRBM durante la fase terminale del loro volo, sia all’interno che all’esterno dell’atmosfera terrestre. Il sistema impiega una tecnica di intercezione hit to kill, implicante la neutralizzazione delle minacce attraverso l’uso esclusivo dell’energia cinetica dell’intercettore all’impatto con il vettore balistico. Le capacità espresse dal THAAD rafforzano e completano l’architettura di difesa aerea israeliana, in particolare contro minacce balistiche, collocandosi tra David’s Sling ed i sistemi Arrow.

Il dispiegamento di una batteria THAAD, composta da un radar Army/Navy Transportable Radar Surveillance and Control Mode 2 (AN/TPY-2), un assetto Tactical Fire Control/Communications e sei lanciatori da otto tubi, per un totale di 48 missili superficie-aria, incrementa dunque il volume di intercettori da opporre ad un eventuale attacco iraniano contro Israele ed espande parallelamente i tempi di ingaggio contro minacce balistiche.

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