Gli sviluppi dell'instabilità in Libia
Medio Oriente e Nord Africa

Gli sviluppi dell'instabilità in Libia

Staff
03.03.2014

A più di due anni dalla caduta di Gheddafi, la Libia non riesce ancora a portare a pieno compimento il processo di ricostruzione delle proprie istituzioni, rimanendo prigioniera di istituzioni deboli e del collasso della sicurezza nazionale. L’ottimismo diffuso nel Paese a seguito della buona riuscita delle elezioni nel luglio 2012 appare oggi poco più che un ricordo, a fronte dell’incertezza che pervade le previsioni sul futuro. L’incapacità del Governo di disarmare o includere all’interno delle forze dell’ordine nazionali le milizie che hanno combattuto Gheddafi nel corso della guerra civile fa oggi sì che la Libia sia preda delle scorribande di gruppi armati, intenti a imporre una giustizia personale e a dar luogo ad azioni di forza per mostrare il proprio potere.

L’ultimo esempio sono gli avvenimenti di domenica scorsa, quando un gruppo di uomini armati appartenenti alla milizia Cellule per le Operazioni dei Rivoluzionari Libici (CORL) hanno preso d’assalto l’edificio del Parlamento chiedendone l’immediata dissoluzione mentre era in corso una seduta. All’ordine del giorno vi era la questione se prolungare il mandato parlamentare di un altro anno o indire nuove elezioni politiche. Su questa decisione le forze politiche libiche continuano ad essere fortemente divise tra il fronte dei partiti islamisti, che propende per un prolungamento del mandato, e le formazioni più “liberali” che vorrebbero imminenti elezioni. L’attacco contro il Parlamento (in cui sembra anche che un parlamentare, Abdelrahman al-Swihli, sia stato colpito da un proiettile) non è il primo compiuto dalla milizia CORL. Infatti, questa stessa formazione è stata responsabile anche del rapimento del Primo Ministro Ali Zeidan. Il 10 ottobre scorso, 150 miliziani hanno prelevato il Premier dalla sua residenza tripolitana all’Hotel Corinthia e lo hanno tenuto prigioniero per alcune ore. Soltanto la mediazione di un’altra milizia ha permesso il rilascio di Zeidan, anche se appare probabile che egli non sia stato mai in pericolo di vita.

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