5G e Covid-19: l'impatto della disinformazione sulla sicurezza delle infrastrutture critiche
Mentre i cittadini di tutta Europa sono alle prese con un regime di quarantena che perdura da diverse settimane, mentre gli Stati stanno cercando di ottimizzare le risorse disponibili per consentire ai propri sistemi sanitari nazionali di reggere l’impatto dell’emergenza Coronavirus, su numerosi social si sta diffondendo una pericolosa fake news. Nello specifico, la notizia rivela presunti collegamenti tra l’installazione di antenne 5G in diverse città e l’insorgere di casi di Covid-19. Tale teoria viene generalmente declinata in due varianti. Una prima versione sostiene che le onde elettromagnetiche propagate dalle antenne 5G vadano ad indebolire il sistema immunitario, esponendo a maggiori rischi di contagio la popolazione risiedente nelle aree limitrofe. L’altra versione, invece, sostiene che il virus possa diffondersi più agevolmente ed estensivamente viaggiando attraverso le stesse onde.Tali teorie sono spesso corredate da riferimenti a studi scientifici o ad opinioni di sedicenti esperti. Tra i rifermenti più ricorrenti si registra una monografia del dott. Ronald Neil Kostoff sui rischi dell’esposizione a onde elettromagnetiche per la salute umana, o alle parole del prof. Luc Montagnier, virologo presso l’Institute Pasteur di Parigi e Premio Nobel, che in una recente intervista alla tv francese avrebbe espresso vaghi dubbi a riguardo. Tuttavia, andando a verificare la validità di tali documenti o dichiarazioni, si scopre che la monografia in questione sia frutto di una iniziativa individuale del dott. Kostoff, priva di alcuna validazione da parte della comunità scientifica, nonché di prove empiriche a sostegno della propria tesi.