Marco Di Liddo audito in Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati sulla crisi ucraina
L’11 marzo alle ore 14 una delegazione del Ce.S.I composta dal Dottor Di Liddo e dalla Dott.ssa Manenti è stata audita dalla Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla proiezione dell’Italia e dell’Europa nei nuovi scenari geopolitici e sulle priorità strategiche e di sicurezza.
Il Dottor Marco Di Liddo ha riferito sugli ultimi sviluppi della crisi ucraina, sul suo impatto internazionale e sulle implicazioni per gli interessi italiani.
“I fatti di Kiev costituiscono un evento controverso, perchè non dobbiamo dimenticare che la destituzione di Viktor Yanukovich è stata guidata da un amalgama di gruppi variegati, con una sostanziosa componente di membri di partiti di estrema destra che con la spinta europeista hanno poco a che fare. Yanukovich era ed è tuttora il Presidente legittimamente eletto, e i gravi fatti di Kiev, compreso il voto del Parlamento che lo ha destituito, potrebbero avere dei problemi di costituzionalità e legittimità”. Così si è aperto l’intervento del Dottor Di Liddo che ha poi proseguito affermando che “la miccia che ha innescato il meccanismo delle proteste in Crimea è stato il fatto che il primo decreto del nuovo governo centrale ucraino sia stato quello di abolire il bilinguismo nelle regioni autonome. Questo ha portato a galla un contrasto latente che dura dal 1991, dall’indipendenza".
L’analista del Ce.S.I ha, inoltre, affermato che “L’azione di forza russa è condannabile ma è purtroppo parte della strategia dell’hard power russo, quella di mettere l’Occidente di fronte al fatto compiuto. Non è impossibile una soluzione confederale, ma teniamo sempre presente che Mosca teme di perdere un Paese che ritiene parte della propria identità e imprescindibile dal punto di vista strategico, visto che da almeno mille anni i russi cercano approcci sui mari caldi e privandoli della Crimea si tratterebbe di una perdita insostenibile”.
L’intervento del Dottor Liddo si è concluso con una riflessione sul ruolo di mediatore che l’Italia potrebbe rivestire all’interno della crisi, alla luce anche del prossimo turno di presidenza europea. Il nostro Paese, ricorda Di Liddo, ha un rapporto molto consolidato a livello economico e politico con la Russia, oltre ad aver tradizionalmente rivestito il ruolo di difensore della legalità internazionale e dell’implementazione dei diritti politici e civili dei popoli. In base a queste considerazioni, il governo di Roma ha tutte le carte in regola per rivestire un ruolo di assoluto rilievo nella soluzione pacifica della crisi ucraina.