Cause e conseguenze della capitolazione di Vuhledar
La capitolazione della cittadina di Vuhledar, situata nell’Oblast di Donetsk, rappresenta un punto di svolta tattico-operativa nel protrarsi del conflitto d’attrito sul fronte orientale ucraino, non solo a causa della posizione vantaggiosa rappresentata dall’insediamento, ma anche della protratta battaglia che ha coinvolto lo stesso. Il villaggio, abitato prima della guerra da poco meno di quindicimila cittadini, è stato infatti uno dei principali epicentri delle ostilità tra le forze ucraine e quelle russe fin dall’inizio dell’invasione ed è stato teatro di violenti combattimenti per quasi due anni. La battaglia per il controllo della città ha inoltre registrato un attrito, umano e materiale, estremamente significativo, soprattutto per le truppe russe, ma la superiorità nel volume di fuoco dei reparti di Mosca, combinata con reiterati assalti di fanteria ed infine con la condotta di una doppia manovra avvolgente, hanno costretto le unità ucraine ingaggiate nella difesa dell’abitato, ed in particolare la 72a Brigata Meccanizzata, a ripiegare verso una nuova linea difensiva, al fine di evitare il completo accerchiamento.
Le forze russe hanno effettuato continui attacchi coordinati di fiancheggiamento per esaurire le difese ucraine, prima di dispiegare reparti di riserva con lo scopo di generare la massa sufficiente ad avvolgere da più direzioni le unità di Kiev asserragliate nell’insediamento. Il dispositivo militare russo ha inoltre fatto un uso massiccio dell’artiglieria e del supporto aereo, con il ricorso diffuso a bombe plananti e munizioni termobariche, per degradare le capacità di combattimento dei reparti ucraini posti a difesa. La manovra di progressivo accerchiamento è dunque stata finalizzata alla fine di Settembre, quando le truppe russe sono avanzate lungo diverse direttrici, isolando quasi completamente la città. L’assalto finale ha avuto inizio il 30 Settembre e le truppe russe sono entrate nel centro della città il 1° Ottobre, con le forze ucraine che hanno completamente abbandonato Vuhledar il 2 Ottobre.
La conquista dell’abitato a lungo conteso possiede due implicazioni a vantaggio di Mosca. Sul piano tattico, questo consiste nel controllo di un terreno chiave (key terrain) poiché la cittadina si trova su un’altura di 200 metri che domina, oltre alla pianura circostante, le principali linee viarie e ferroviarie dell’area (GLOC – Ground Lines of Communication), incluse l’autostrada N-15 e la superstrada T-0509, poste all’intersezione dei fronti orientale e meridionale e centrali nella logistica di teatro ucraina. In aggiunta, la capitolazione della cittadina limita la capacità di Kiev di spostare agevolmente truppe e rifornimenti tra Zaporizhzhia ed il Donetsk, influenzando negativamente le operazioni difensive ucraine. Il controllo di quest’area consentirebbe a Mosca, infatti, di osservare e colpire con maggiore facilità i movimenti e le linee di rifornimento dell’avversario, ponendole sotto controllo mediante il fuoco. Dal punto di vista operativo, invece, la caduta della città consolida la postura e l’iniziativa russa nell’Oblast di Donetsk, permettendo alle forze del Cremlino di minacciare i vicini hub logistici ancora controllati da Kiev, come Pokrovsk.
La perdita di Vuhledar aumenta di conseguenza la vulnerabilità delle forze ucraine nel Donbass, compromettendone il fronte difensivo e complicando il supporto alla linea di contatto, permettendo al contrario al dispositivo militare russo di semplificare la logistica di aderenza e razionalizzare le proprie direttrici offensive, facilitando il prosieguo della frammentata offensiva d’attrito di teatro in corso da mesi.