Al-Qaeda ha sempre più spazio nel Maghreb: ecco perché La spinta destabilizzante di al-Qaeda potrebbe trovare

Al-Qaeda ha sempre più spazio nel Maghreb: ecco perché La spinta destabilizzante di al-Qaeda potrebbe trovare

03.10.2013

Gli analisti del Centro Studi Internazionali (Ce.S.I.) mettono in guardia dal sempre più pressante rischio che il terrorismo islamico trovi terreno fertile nel Maghreb. La sigla che individua la filiale locale della rete terroristica globale è AQMI, vale a dire ‘al Qaeda nel Maghreb Islamico’, che è anche il titolo dello studio Ce.S.I.

“In un contesto politico in transizione come quello del Nord Africa post ‘Primavera Araba’ - dicono gli esperti - la spinta destabilizzante di al-Qaeda potrebbe trovare altro spazio d’azione”. I punti di forza che su cui può contare l’organizzazione sono soprattutto due: “il concetto stesso di qaedismo”, che nelle regione esercita notevole appeal, e “le relazioni transnazionali che ormai esistono”. La vocazione glocal di AQMI in fondo è chiara fin dal principio. L’organizzazione è nata formalmente nel gennaio 2007, quando il Gruppo algerino salafita per la predicazione e il combattimento (Gspc) ufficializzò la propria adesione al network di al-Qaeda. “Il rapporto tra le due organizzazioni - sottolineano i ricercatori del Ce.S.I. - era già consolidato da diversi anni”.

Negli ultimi mesi molte cose sono cambiate nei gruppi che formano al-Qaeda nel Maghreb Islamico. Tra due fazioni è in corso una violenta faida: quella guidata da Abdelmalek Droukdel (l’emiro leader del Gspc)contro quella di ‘Mr. Marlboro’, ovvero Mokhtar Belmohkatar, veterano della guerra civile algerina, addestrato negli anni Novanta nei campi afghani. In Sahel, era lui che comandava fino al 2 marzo 2013, quando è stato ucciso. Nel 2012 aveva fondato un nuovo gruppo qaedista, il Battaglione di Coloro che firmano col sangue; il soprannome ‘Mr. Marlboro’ deriva dal controllo che esercita a sulle rotte desertiche dei traffici di sigarette e droga “

In determinati contesti “le denominazioni tra i vari gruppi perdono di significato e a prendere il sopravvento è quella visione di jihadismo globale che ormai trova in al-Qaeda una vera ideologia”, scrive il Ce.S.I. Il caso dell’attacco al consolato americano di Bengasi, in cui morì l’ambasciatore Usa Chris Stevens, sta lì a dimostrarlo.

Come ripetiamo da tempo, al-Qaeda nel Maghreb islamico non è la stessa al-Qaeda di Osama bin Laden. Può essere vista come una “operazione di franchising”: al-Qaeda si impegna a lasciare AQMI usare il suo nome per aumentare la sua influenza globale, mentre il vantaggio per AQMI è quello di avere il più spaventoso nome nel settore del terrorismo. In realtà, AQMI è il successore di un gruppo islamico algerino che è stato smantellato dalle autorità algerine, e la maggior parte della sua leadership è, per l’appunto, algerina. Il suo obiettivo principale è l’imposizione della Sharia nella regione del Sahel, e in particolare in Algeria. Tatticamente però ha imparato molto da al-Qaida, e rapimenti e attentati suicidi sono nel suo repertorio.“

Fonte: www.today.it

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