Strategie e proposte per il settore ittico italiano
Il bacino del Mar Mediterraneo costituisce un’area di interesse strategico per l’Italia. Infatti, la posizione geografica rende la nostra penisola il fulcro naturale delle rotte marittime, sia commerciali che migratorie, nonché l’architrave del sistema di sicurezza europeo meridionale. Di conseguenza, gli interessi nazionali nel Mediterraneo si articolano in due grandi macro-gruppi: quello economico, che ruota intorno alla cosiddetta blue economy (o economia del mare) e che include lo sviluppo dei settori ittico, della logistica portuale, armatoriale e dell’energia, e quello securitario, che raggruppa il contrasto alle minacce alla stabilità ed alla libertà dei mari (terrorismo, traffici illeciti, migrazioni illegali, assertività di attori statali stranieri). Nell’ultimo decennio la crescente instabilità mediterranea ha rappresentato una sfida di primo piano per il perseguimento di tali intessi nazionali. A riguardo, basti pensare alla guerra civile libica ed al suo corollario di volatilità politica interna e regionale, proliferazione di fenomeni terroristici e crescita di attività criminali transnazionali, oppure all’aumento del flusso migratorio proveniente dal Medio Oriente e dall’Africa o, infine, al moltiplicarsi delle attività da parte dei Paesi rivieraschi, su tutti la Turchia, ed esterni, quali Cina e Russia. L’aumento dei fattori di instabilità ed il cambiamento nelle strategie politiche degli attori politici internazionali hanno determinato la necessità di ripensare l’architettura di cooperazione e sicurezza nel Mar Mediterraneo sia attraverso la diplomazia multilaterale che i negoziati bilaterali con i diversi partner regionali.