I piani tunisini per salvare l’economia
Middle East & North Africa

I piani tunisini per salvare l’economia

By Giuseppe Palazzo
04.07.2021

Il 31 marzo, la Banca Mondiale ha approvato un finanziamento di 300 milioni di dollari alla Tunisia nell’ambito del “Covid-19 Social Protection Emergency Response Project”, ovvero la risposta tunisina alla crisi socio-economica innescata dalla pandemia da Covid-19.

Il piano tunisino mira a sostenere circa 1 milione di famiglie tra le più colpite dalla crisi economica e a promuovere progetti di sviluppo sanitario e scolastico per 100.000 bambini. Il programma di finanziamento sarà diviso in tre fasi: una prima tranche di 245 milioni sarà diretta verso le famiglie più vulnerabili e per rafforzare il programma sociale nazionale noto come “Amen”; 32 milioni finanzieranno il sistema sanitario ed educativo in particolare per quanto riguarda i bambini sotto i 5 anni; ed in ultimo, 22 milioni per rafforzare il welfare statale e sviluppare piani sociali inclusivi che possano proteggere la popolazione da eventuali crisi future.

Oltre al finanziamento proveniente dalla Banca Mondiale, il governo tunisino ha imbastito dei colloqui con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per concordare un programma di finanziamento mirato a garantire in cambio le riforme necessarie nell’ambito industriale. Alle trattative con l’FMI si ricollegano gli accordi tra il governo guidato dal Primo Ministro Hichem Mechichi e il principale sindacato tunisino UGTT, uno dei corpi intermedi più influenti del Paese in seguito al ruolo di mediazione che giocò per risolvere la crisi politica innescatasi dopo le Primavere Arabe (ruolo che gli valse il Premio Nobel per la Pace nel 2015). Il 31 marzo, le due parti hanno concordato un piano di riforme economiche relative alla tassazione, ai sussidi sociali e alla riorganizzazione industriale di alcune aziende pubbliche, come la compagnia aerea Tunisair e quella elettrica STEG. Riforme necessarie per fronteggiare una crisi profonda che si è fortemente aggravata dopo la crisi sanitaria.

Infatti, la Tunisia ha sofferto di una contrazione del PIL nel 2020 pari all’8,2% e un aumento della disoccupazione al 16,2%. Una serie di scompensi macroeconomici che hanno portato ad un aumento del deficit al 11,5% ed una sovra-estensione del settore sanitario al quale è stato diretto il 40% della spesa in deficit. Una situazione economica difficile che fa il paio con quella sanitaria che è ancora lontana dal risolversi data la lentezza delle vaccinazioni. Infatti, il primo lotto di vaccini Pfizer è arrivato solamente il 17 marzo.

Un intreccio di squilibri economici e sociali hanno portato la Tunisia nel corso di quest’anno ad affidarsi sempre di più ad interlocuzioni con Banca Mondiale e FMI al fine di ristrutturare la propria economica. Tuttavia, spesso le direttive internazionali dell’FMI si orientano verso la lotta al debito e al taglio della spesa salariale; provvedimenti che potrebbero aggravare la crisi sociale e i disordini di piazza che si sono diffusi nelle maggiori città del paese a partire dalla fine del gennaio 2021.

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