Gli Emirati Arabi Uniti alla ricerca di una nuova via alla diversificazione economica
Middle East & North Africa

Gli Emirati Arabi Uniti alla ricerca di una nuova via alla diversificazione economica

By Giuseppe Palazzo
02.02.2021

Il 31 gennaio, il Vice Presidente della Federazione degli Emirati Arabi Uniti ed Emiro di Dubai, Sheikh Mohammed bin Rashid al-Maktoum, ha annunciato l’introduzione di provvedimenti specifici per allargare la cittadinanza a soggetti stranieri qualificati (investitori economici, ingegneri, architetti, medici, artisti, scienziati e professionisti di vari settori) che vivono e lavorano nel Paese. Per richiedere la cittadinanza non sarà necessario fare domanda, ma saranno i regnanti o gli alti funzionari a scegliere a chi concederla. Come spiegato sui media nazionali dall’Emiro al-Makhtoum, questa misura rappresenta un’opportunità offerta soltanto a coloro che possono contribuire allo sviluppo emiratino. I non emiratini residenti nel Paese rappresentano oltre l’80% dell’intera popolazione e costituiscono un elemento essenziale dell’economia nazionale.

Prima di questa legge, gli stranieri necessitavano di un visto rinnovabile relativo ai progetti lavorativi in cui erano coinvolti. Dal 2019, tali condizioni sono state rese più flessibili grazie all’introduzione di una golden card, un permesso di soggiorno e lavoro di 10 anni per alcune categorie di professionisti. Di fatto, la concessione della cittadinanza a determinate categorie reputate essenziali alla struttura economica del Paese va contestualizzata nel tentativo – condiviso con le altre monarchie del Golfo – di procedere nel funzionale processo di diversificazione economica e sviluppo sociale. L’obiettivo è non solo quello di trattenere gli espatriati negli EAU, ma anche quello di attirarne di nuovi. Infatti, il provvedimento permette di mantenere la doppia cittadinanza e va ad inserirsi in una casistica di misure adoperate a favorire una maggiore liberalizzazione economica e ad attirare più investimenti dall’estero.

Non a caso, dal 1° dicembre 2020 è entrato in vigore in tutto il Paese un primo emendamento che si inseriva in questa logica di allargamento della cittadinanza, che prevede l’eliminazione di quei vincoli legati all’assenza di azionisti emiratini all’interno dei Consigli di Amministrazione, impedendo, quindi, a compagnie non nazionali di poter operare negli EAU. Queste liberalizzazioni sono fondamentali per attrarre nuovi investimenti e competenze in un Paese che ha sofferto gli effetti combinati prodotti dalla pandemia da Covid-19 e dall’abbassamento dei prezzi su scala globale del petrolio. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, la caduta del PIL nel 2020 è stata di circa il 6%. Conseguenze importanti per una realtà dinamica che aveva intrapreso un già considerevole percorso di diversificazione economica e che ora cerca di rimettere insieme i pezzi con ambiziose proposte i cui frutti saranno visibili solo nel medio-lungo periodo.

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