La visita di Draghi in Israele tra energia e sicurezza internazionale
Medio Oriente e Nord Africa

La visita di Draghi in Israele tra energia e sicurezza internazionale

Di Emanuele Volpini
15.06.2022

Nelle giornate del 13 e 14 giugno, il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato in visita in Israele e Palestina. Si tratta del primo Premier a tornare nel Paese dal 2015. Il viaggio di Draghi si inserisce in un più ampio contesto all’interno del quale l’Italia vuole tornare a essere protagonista attivo nelle dinamiche del Mediterraneo. Dopo il viaggio in Algeria di due mesi fa, quello in Israele e Palestina anticipa una serie di incontri istituzionali che vedranno il Premier far visita a Kiev nelle giornate del 16 e del 17 giugno, accompagnato dal Presidente francese Emmanuel Macron e dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz, per poi recarsi a Madrid al Summit NATO (29-30 giugno) e a inizio luglio ad Ankara in quello che è considerato un incontro chiave con il Capo di Stato turco Recep Tayyip Erdoğan.

Durante la visita a Gerusalemme Draghi ha incontrato il Presidente della Repubblica Isaac Herzog e diverse personalità del governo di coalizione guidato da Naftali Bennett, tra cui il Ministro degli Esteri Yair Lapid, il collega della Difesa Benny Gantz, nonché il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Aviv Kochavi. I temi discussi sono stati molteplici: dalla guerra in Ucraina alla crisi alimentare relativa ad essa, passando per il tema dell’energia e della diversificazione degli approvvigionamenti fino alla cooperazione in ambito economico, rafforzata ulteriormente post-pandemia.

L’energia rimane il filo conduttore principale dell’azione politica del Presidente del Consiglio che, due mesi fa, era iniziata con la visita in Algeria per intavolare la trattativa che permetterà all’Italia di importare 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno. La visita in Israele arriva in un momento in cui l’Italia, come molti Paesi europei, devono ripensare le loro politiche energetiche e trovare nuovi fornitori per diversificare l’import e non essere soggetti ad eventuali crisi come quella scoppiata con l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio.

Nei colloqui si è discusso inevitabilmente anche della guerra in Ucraina. Inizialmente, Israele aveva sì condannato l’azione russa, ma non ha aderito alle sanzioni economiche internazionali come fatto anche dalla Turchia. Nonostante i rapporti amichevoli tra Mosca e Tel Aviv, soprattutto nella gestione del conflitto in Siria e nell’azione contro le milizie sciite iraniane, le recenti dichiarazioni antisemite del Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov hanno creato forti tensioni tra i due Paesi. La visita di Draghi si inserisce quindi in un tentativo nuovo e volto a creare un gruppo di lavoro di Stati che possano far valere le proprie capacità di mediazione all’interno del conflitto russo-ucraino, al fine di pressare le parti in guerra a privilegiare una soluzione diplomatica. Un primo passo sarebbe il superamento dell’impasse relativo all’esportazione di grano e mais, considerato un punto chiave per poter continuare le trattative di pace tra Mosca e Kiev.

Draghi e Bennett, inoltre, hanno parlato della cooperazione economica tra Tel Aviv e Roma. I dati più recenti mostrano come gli scambi tra Israele e Italia siano aumentati dopo la pandemia di Covid-19, raggiungendo un volume pari a 4 miliardi di euro (+25,6% rispetto al 2020), con esportazioni italiane pari a 3,1 miliardi (+25,9%) e importazioni pari a 910 milioni (+24,6%). Al centro di questa partnership, si starebbe sviluppando l’interesse nell’investire in settori come la mobilità sostenibile, la sanità, la sicurezza e l’aerospazio.

Infine, sempre nella giornata del 14 giugno, Draghi si è diretto a Ramallah, dove ha incontrato il Primo Ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh, con il quale ha firmato cinque accordi di cooperazione bilaterale con l’Italia. Le intese stipulate, per un valore complessivo di 17 milioni di euro, coprono settori in cui la cooperazione bilaterale era già avviata. Nella conferenza stampa congiunta Draghi ha dichiarato che l’intesa raggiunta permetterà di rafforzare i contributi già in essere dell’Italia per l’aiuto allo sviluppo della Palestina. I settori interessati sono l’occupazione giovanile e l’istruzione, tramite borse di studio messe a disposizione anche da parte dell’UE; la preservazione del patrimonio culturale, con interesse al sito di Jericho; il settore agroalimentare; il settore clinico-farmaceutico. A conclusione della visita, entrambi i Premier hanno auspicato che le ottime relazioni bilaterali possano fungere da chiave utile per sbloccare lo stallo diplomatico esistente all’interno del contesto di crisi israelo-palestinese.

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