La Cina di Xi tra riforma costituzionale e nuove nomine
Nella mattina di lunedì 5 febbraio, a Pechino, si è aperta l’assemblea del Congresso Nazionale del Popolo, l’organo legislativo della Repubblica Popolare Cinese formalmente incaricato di supervisionare l’operato delle istituzioni statali. L’appuntamento, che dovrebbe terminare entro due settimane, rappresenta un momento decisivo per il Paese e per l’indirizzo politico che la Cina assumerà nel prossimo futuro. Gli oltre 3000 delegati dell’Assemblea, infatti, saranno chiamati a votare sia la nuova squadra di governo sia alcuni importanti cambiamenti promossi dalle gerarchie politiche del Partito Comunista cinese (PCC) dopo l’ultimo Congresso, tenutosi lo scorso ottobre. Tra queste, di grande importanza è il pacchetto di riforme costituzionali formulate dal Politburo per adeguare la Carta e i valori di ispirazione della nazione all’idea del “socialismo con caratteristiche cinesi per la nuova era”, introdotta dal Presidente Xi Jinping durante il XIX Congresso. Una volta ratificate dal Congresso Nazionale del Popolo, le proposte modificherebbero il testo della Costituzione ed introdurrebbero una serie di importanti nuovi elementi destinati a rivoluzionare il sistema interno e la proiezione esterna della Cina in futuro.
Il pacchetto di riforme andrebbe a rafforzare ulteriormente il potere e la centralità di Xi come apice indiscusso della piramide partitica e statale della Repubblica Popolare.