Intelligence and Defence Update n°65
Sommario: Polonia, Russia, Turchia
Polonia
Ha preso inizio questa settimana un’importante esercitazione NATO - denominata “Anakonda” - della durata di dieci giorni, concentrata in particolare nei poligoni di Torun e Utzka (Polonia). La manovra, definita la più imponente nell’Europa Orientale dalla fine della Guerra Fredda, coinvolgerà 31.000 soldati (di cui 14.000 americani), 3.000 mezzi terrestri, 100 aerei e 12 unità navali.
L’esercitazione mira a testare le capacità dell’Alleanza di far fronte ad un’invasione di forze convenzionali ed ibride sulla Polonia e Repubbliche Baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania). Tra le operazioni di maggior rilievo rientrano quelle del genio militare, dei paracadutisti, delle unità elicotteristiche e di quelle di difesa da attacchi chimici e cibernetici.
Oltre che per la consistenza di uomini e mezzi, Anakonda colpisce per alcune importanti novità tra cui la partecipazione di truppe ucraine, l’impiego di unità paramilitari polacche delle Forze di Difesa Territoriale (in contrasto ad azioni di guerra ibrida nemiche) e, soprattutto, per l’estensione delle operazioni al corridoio di Suwalki, lembo di terra stretto tra Bielorussia e l’enclave russa di Kaliningrad che congiunge Polonia e Lituania, definito dagli strateghi NATO come il punto ideale di un eventuale attacco russo per isolare i Paesi Baltici dal resto dell’Alleanza (c.d. “Suwalki gap”).
Condotta ad un mese di distanza dal prossimo vertice NATO che avrà luogo proprio a Varsavia, la manovra mira a dissuadere Mosca dall’intraprendere azioni aggressive e destabilizzanti in Europa Orientale, e a rassicurare i Paesi Baltici e la Polonia sull’impegno Atlantico a garantire la propria sicurezza e integrità territoriale. D’altra parte, il Cremlino ha reagito iniziando i lavori per la costruzione di un’importante base militare nei pressi della città russa di Klinsky (50 Km dal confine ucraino), parte integrante del più ampio piano di potenziamento del Distretto Militare Occidentale annunciato nel mese di gennaio dal Ministro della Difesa Serghei Shoigu che prevede la formazione di tre nuove divisioni dell’Esercito da schierare sul fronte europeo.
Russia
In occasione dell’inizio dei lavori di costruzione del sesto ed ultimo sommergibile classe Varshavyanka per la Flotta del Mar Nero, il Vice Comandante della Marina Russa, Ammiraglio Alexander Fedotenkov, ha annunciato la costruzione di ulteriori sei vascelli da destinare alla Flotta del Pacifico.
I Varshavyanka costituiscono una versione migliorata delle unità classe Kilo: dotati di avanzate capacità stealth subacquee e superiore raggio d’azione, sono capaci di condurre attacchi navali e di superficie mediante siluri, mine e missili cruise Kalibr 3M14 ( SS-N-27 SIZZLER).
I Varshavyanka andranno quindi a potenziare lo strumento militare russo in due bacini sempre più strategici per Mosca. Nel Mar Nero l’attenzione del Cremlino è cresciuta a causa della crisi ucraina e dell’impegno militare sul fronte siriano, a cui si sommano le crescenti tensioni con la Turchia: i nuovi sommergibili, oltre a garantire una maggiore libertà d’azione alle unità di superficie operanti nel Mar Nero e Mediterraneo, contribuiranno essi stessi ad incrementare le capacità di attacco della Marina Russa sui fronti europeo e mediorientale.
Nel Pacifico, invece, i Varshavyanka rafforzeranno la superiorità navale di Mosca nel Mare di Okhotsk e lungo l’arcipelago delle isole Curili, rendendo questo specchio d’acqua un luogo ancor più sicuro per i sommergibili strategici classe Borey e Delta III che vi stazionano.
Turchia
L’agenzia aerospaziale turca TAI (Turkish Aerospace Industries), assieme al Sottosegretariato per le Industrie della Difesa ed altre tre aziende nazionali, ha siglato un importante contratto per la coproduzione in loco dell’elicottero da trasporto tattico T-70 Black Hawk con l’azienda americana Sikorsky/Lockheed Martin. La commessa, dal valore pari a 3,5 miliardi di dollari, mira alla costruzione iniziale di 109 esemplari del velivolo in oggetto per le forze di Esercito, Aeronautica, Comando Generale della Gendarmeria, Forze Speciali e di Sicurezza e Corpo Forestale. Sulla base delle previsioni fatte dal Sottosegretariato del governo di Ankara sul fabbisogno interno dei prossimi anni, si prevede che verranno raggiunti i 300 esemplari prodotti per le sole esigenze nazionali. L’accordo ha previsto anche importanti licenze per l’export che permetteranno al governo turco introiti di oltre un miliardo di dollari derivanti dalla vendita dell’elicottero a Paesi terzi.
Vista la possibilità di installare una vasta di gamma di mitragliatrici, razziere e missili controcarro Hellfire, il velivolo S-70 è idoneo a condurre non solo missioni di trasporto ma anche di appoggio tattico e di evacuazione feriti.
La scelta della produzione su licenza dei Black Hawk rafforza i legami tra Ankara e Washington in una fase di rapporti politico-militari piuttosto delicati. Inoltre, permette alla Turchia di incrementare il proprio know-how elicotteristico portando avanti il processo di sviluppo dell’industria locale in vista di una maggiore indipendenza del comparto aerospaziale del Paese che rimane tra i principali obiettivi del Presidente Erdogan.