Il Pensiero di Xi Jinping si inserisce nei curricula scolastici
Il 24 agosto, il Ministero dell’Educazione cinese ha dichiarato l’inserimento del “Pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una Nuova Era” nei curricula scolastici di tutta la nazione. Già il mese precedente, a luglio, era stato pubblicato un “sussidiario” per promuovere la dottrina politica di Xi, e già metà agosto a Shanghai era stata decretata l’introduzione del materiale per lo studio del Pensiero di Xi fin dalle prime classi elementari. In contemporanea era stata condotta campagna di ritiro dei libri di testo stranieri considerati “non autorizzati” lanciata a Pechino sempre a metà agosto e l’eliminazione dei test d’inglese dagli esami finali delle scuole elementari a Shanghai.
Il Partito risulterebbe intento nell’istillare nei cittadini cinesi, fin dalla tenera età, l’amore per il Partito, insieme a quello per la Patria già consolidato da tempo nel sistema scolastico. Il testo in questione, infatti, mostra i grandi risultati ottenuti dal Partito e dall’intervento del suo attuale Presidente, Xi Jinping, nel raggiungimento di uno stile di vita sempre più prospero – parafrasando lo slogan sulla “prosperità comune” tanto caro a Xi – sotto l’egida del socialismo come unico sistema politico possibile nella Repubblica Popolare Cinese. Questi fattori sembrano suggerire l’intenzione di voler portare avanti un’opera di stemperamento dei valori occidentali, ritenuti nocivi per lo sviluppo del Paese. Il tutto rientra perfettamente nel progetto del “Sogno Cinese” promosso fin dall’inizio del suo incarico da Xi Jinping, impegnato a riabilitare o, ancora meglio, a “far rinascere” la Cina dal buio secolo delle umiliazioni. Insieme a tutti questi elementi, infatti, va considerato il conflitto che anche sul piano ideologico sta scuotendo l’asse Washington-Pechino ravvisabile proprio nell’intento di rafforzare grandemente la leadership interna in netta distinzione dall’Occidente.
Quella dell’inserimento del Pensiero di Xi Jinping all’interno del curriculum scolastico fin dalle elementari è una novità assoluta, preceduta solo dall’opera di Mao Zedong. Fino ad ora, infatti, il contributo ideologico dei vari leader del Partito veniva insegnato solo nei corsi di Scienze Politiche all’università. Per comprendere l’opera legata al culto della sua figura che sta conducendo Xi, basti ricordare che egli è l’unico leader ad avere il proprio nome esplicitato accanto al suo Pensiero nel Preambolo della Costituzione, così come è stato per Mao Zedong. Non solo, ma il Pensiero di Xi è stato aggiunto e delineato durante il suo periodo di Presidenza e non al suo termine, altro fattore che lo accomuna a Mao e lo differenzia dai suoi predecessori. Non è stato probabilmente un caso, infatti, che il Xi Jinping si sia mostrato alle celebrazioni del centenario del Partito indossando la stessa divisa del Grande Timoniere.
Tutti questi elementi sembrano suggerire il progetto dell’attuale Presidente cinese di non voler costruirsi semplicemente un culto della personalità, ma di voler unificare sempre più sotto il suo potere il Paese intero. Il progetto del culto della personalità del Presidente potrebbe fare subito da eco al movimento della Rivoluzione Culturale, condotta a cavallo degli anni ’60 e ’70, e cominciata con il culto della Personalità dell’allora Presidente Mao. C’è però da considerare che la Cina di oggi, e in particolare la sua società, sono molto lontani da quella di 50 anni fa. Potrebbe infatti accadere che la risposta dei cittadini cinesi a questa operazione non sia la stessa proposta 5 decadi fa. Su Weibo – popolarissimo social cinese - infatti, si possono leggere diversi commenti scettici riguardo l’introduzione del Pensiero di Xi nei curricula scolastici di tutti i gradi d’istruzione.
Ciononostante, questa ultima manovra risulterebbe inserirsi nel più ampio progetto di rafforzamento della leadership di Xi Jinping e del Partito il quale viene sempre più mostrato come unica guida adatta a condurre la Cina verso un brillante futuro. Il Presidente Xi, dunque, sembra star puntando ad unificare il Paese sotto il suo potere, in un contesto sociale che però potrebbe non rispondere in maniera entusiasta a questo appello. Queste azioni, inoltre, potrebbero alimentare la polarizzazione con l’Occidente con una campagna che risulterebbe anche funzionale alla contrapposizione di modelli proposti da Stati Uniti e Unione Europea.