Mali, il movimento popolare rifiuta le proposte della giunta militare
Il 14 settembre, il “Movimento 5 Giugno” (M5), la piattaforma politica che riunisce i partiti di opposizione, ha rifiutato il piano di transizione proposto dal Comitato Nazionale per la Salvezza del Popolo (CNSP), la giunta militare al potere nel Paese.
Nel dettaglio, la road map prevedeva un periodo di transizione di 18 mesi, alla guida del quale vi sarebbe stato un Presidente ad interim civile o militare. Il Presidente ed il suo vice sarebbero stati scelti da un comitato nominato dal CNSP ed affiancati da un consiglio di transizione, che avrebbe funto da Assemblea Nazionale.
Tuttavia, secondo il M5, durante il negoziato tra militari e opposizioni si era giunti ad un accordo per una presidenza civile. Inoltre, il M5 vorrebbe un periodo di transizione ancora più breve, inferiore ad un anno. Per questi motivi, il movimento popolare classifica il piano di transizione come un tentativo da parte del CNSP di consolidare il potere.
IL CNSP, espressione delle Forze Armate, aveva preso il potere 18 agosto, tramite un colpo di Stato ai danni del Presidente Keita. La loro azione era stata accolta positivamente dalla società, che in occasione del golpe aveva riempito le strade di Bamako. Il supporto popolare era stato assicurato dalla proprio destituzione di Keita, ormai inviso al popolo e al centro di feroci contestazioni da diverse settimane.
Il rifiuto del piano di transizione rischia di creare una frattura tra CNSP e movimenti di opposizione. Una simile eventualità potrebbe incidere negativamente sulla già precaria situazione politica e securitaria del Paese, al centro dell’insorgenza jihadista saheliana e caratterizzato da notevoli fragilità umanitarie e istituzionali. Qualora il dialogo tra militari e M5 dovesse naufragare, non sarebbe da escludere un irrigidimento delle posizioni del CNSP o, allo stesso modo, una nuova ondata di proteste popolari simile a quella che ha condotto alla destituzione di Keita.