Le proteste popolari in Iran: quali scenari?
Le manifestazioni di piazza che stanno scuotendo l’Iran dallo scorso 28 dicembre rappresentano un momento di particolare criticità per il governo del Presidente Hassan Rouhani. Iniziate nella città nord-orientale di Mashhad, capoluogo della provincia di Razavi Khorasan, le proteste si sono poi diffuse a macchia di leopardo in diverse città delle province occidentali, nonché, seppur in maniera più contenuta, nei centri urbani di Isfahan, Rasht e Teheran. Nonostante in un primo momento il governo abbia lanciato un segnale di apertura alle piazze, per cercare di calmierare i toni delle manifestazioni, queste ultime sono talvolta degenerate in scontri violenti con le Forze di polizia, che hanno causato la morte di circa 20 persone.
La ragione principale alla base delle proteste è l’insoddisfazione della popolazione per le precarie condizioni economiche in cui versa il Paese. Con un tasso di disoccupazione attestatosi intorno al 12% (29% il dato della disoccupazione giovanile), un’inflazione al 10% e un aumento sostanziale dei prezzi di beni primari (circa il 40% dei prezzi per riso, uova e pollame), l’economia del Paese e con essa lo standard di qualità di vita della popolazione continuano ad essere lontani rispetto alle promesse di miglioramento fatte dal Governo Rouhani nel corso degli ultimi quattro anni.