Il ruolo delle milizie libiche nel traffico di esseri umani
Il 7 giugno scorso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato un pacchetto di sanzioni contro alcuni dei principali referenti dei network criminali dediti al traffico di migranti in Libia. Le sei figure individuate dall’ONU sono accusate di gestire una vasta rete di traffici i cui terminali sono situati sulla costa tripolina, alimentare un vero e proprio mercato dei migranti (anche tramite “aste” in cui le persone oggetto della contrattazione sono a tutti gli effetti ridotte in schiavitù), e manovrare una rete di centri di detenzione ibrida, ovvero in parte sotto il controllo formale delle autorità, ma in realtà gestita con larghissima autonomia dai loro consorzi criminali. Al di là dell’elemento di novità (è la prima volta che il Palazzo di Vetro adotta simili misure verso singoli individui nello scenario libico), il provvedimento permette di ribadire la complessità delle dinamiche che regolano gli equilibri di potere in Tripolitania e la loro correlazione con le altre regioni storiche della Libia e la più vasta area del Sahel.