Difesa europea tra sfide e prospettive
Il processo volto alla creazione di una Difesa europea ha sicuramente ricevuto una forte accelerazione negli ultimi due anni e si presenta oggi come un progetto notevolmente più solido seppure ancora in fase di definizione. Alla base di questa rinnovata volontà di modellare una Difesa comune vi sono, di certo, delle necessità di stampo securitario rilevanti, si pensi al terrorismo, all’inasprirsi delle minacce di tipo ibrido o all’instabilità di alcuni scenari come quello del fronte meridionale, ma anche dei forti stimoli ricevuti sia da Londra cha da Washington. Se da un lato l’ombra della Brexit potrebbe tagliare fuori dall’attuale quadro difensivo dell’UE un attore decisamente importante sia in termini di capacità operative che di industria del settore; dall’altro la Gran Bretagna è sempre stata il principale oppositore alla creazione di una Difesa comune; quindi, una sua parziale uscita di scena ha facilitato il dialogo in merito all’interno dell’Unione. Oltreoceano, invece, la rigida postura assunta dal Presidente statunitense nei confronti dell’Europa ha messo la stessa con le spalle al muro. Nel dettaglio, Donald Trump ha, sin dai primi momenti della sua Presidenza, richiesto agli Stati europei di assumersi maggiore responsabilità in termini di Difesa e, quindi, di incrementare la propria spesa militare e, al contempo, diminuire la dipendenza dall’ombrello securitario che gli Stati Uniti hanno sempre garantito all’Europa.