Cina, il 20° Comitato Permanente del Politburo
Xiàng

Cina, il 20° Comitato Permanente del Politburo

By Andrea Mistretta
11.04.2022

Il 23 ottobre scorso, sono state rese pubbliche le nomine dei 6 membri che siederanno al fianco del Presidente Xi Jinping nel 20° Comitato Permanente del Politburo, l’organo apicale del Partito Comunista Cinese. Nel complesso, appare evidente come Xi si sia circondato di figure di fiducia, eliminando le fazioni di opposizione tradizionalmente presenti all’interno degli organi decisionali.

In ordine di gerarchia, i quattro nuovi membri promossi sono Li Qiang, Cai Qi, Ding Xuexiang e Li Xi, tutti provenienti dalle province sudorientali della Cina. Li Qiang, numero 2 e futuro premier del Consiglio di Stato, è stato riconfermato Segretario di Partito di Shanghai, nonostante le controversie dello scorso aprile, a seguito della gestione fallimentare della politica zero-Covid. Tale scelta appare rilevante poiché rafforza il proseguimento della rigida politica sanitaria voluta dal Presidente. Altro nome selezionato è quello di Cai Qi, segretario di Partito di Pechino, considerato molto vicino a Xi Jinping e capace, proprio grazie i suoi legami con il leader, di scalare rapidamente i ranghi del Partito. Lo stesso Ding Xuexiang, segretario personale di Xi, è tra i funzionari che hanno lavorato a più stretto contatto con il Presidente. In particolare, Ding è stato selezionato nonostante non possieda particolare esperienza nell’amministrazione economica locale, requisito un tempo indispensabile per avanzare nella gerarchia del Partito. Infine, Li Xi, noto per le sue posizioni molto dure contro la corruzione, è stato indicato come nuovo capo della Commissione centrale per l’ispezione disciplinare.

Gli unici due esponenti di spicco riconfermati per un secondo mandato sono Zhao Leji e Wang Huning, rispettivamente il numero 3 e 4 della nuova classe dirigente. Nel corso del precedente mandato, Zhao Leji è stato a capo della Commissione disciplinare e responsabile della campagna anticorruzione, fortemente intensificata nelle settimane precedenti il Congresso. Wang Huning è invece riconosciuto come l’architetto delle innovazioni ideologiche del Partito, a partire dalla “Teoria delle tre rappresentanze” di Zhang Zemin, fino al “Sogno cinese” di Xi Jinping. Anche la conferma di queste due figure, impegnate dal 2012 nell’implementazione di due capisaldi dell’azione di Xi come la campagna anticorruzione e il consolidamento ideologico, sembrerebbe confermare come il terzo mandato di Xi inizi nel segno della continuità.

Nel complesso, è interessante notare come la presenza di figure apicali promosse per la loro fedeltà al leader, piuttosto che per le loro competenze tecniche, appaia in piena discontinuità con il criterio meritocratico di selezione della classe dirigente introdotto da Deng Xiaoping. Tale scelta potrebbe, tuttavia, produrre delle criticità poiché rischia di mettere in crisi il patto sociale in base al quale il Partito sarebbe l’unica entità in grado di guidare la Cina, in quanto formato dai funzionari migliori, per competenze ed esperienza.

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