Chang’e-5 proietta la Cina nello spazio

All’alba dello scorso martedì 24 novembre, dalla base di Wenchang, sulla costa meridionale dell’isola cinese di Hainan, è stata lanciata in orbita la sonda Chang’e-5, che, trasportata a bordo di un razzo Lunga Marcia-5, dovrebbe raggiungere la Luna verso gli ultimi giorni del mese. La missione, di natura primariamente scientifica, ha lo scopo di raccogliere e riportare sulla Terra un campione di 2kg di roccia lunare prelevato da un’area nota come Oceanus Procellarum, mai esplorata finora. Si suppone che in tale regione i composti siano di formazione geologica molto più recente rispetto a quelli analizzati finora, e potrebbero fornire ulteriori informazioni nell’ambito della ricerca sul sistema solare e i suoi corpi celesti.

Tuttavia, la spedizione è ritenuta estremamente importante anche per le modalità in cui si svolge: il decollo, il volo, l’attracco, l’estrazione delle rocce e di nuovo la partenza dalla Luna verso la Terra, avverranno in maniera completamente automatizzata, senza il coinvolgimento diretto di un equipaggio. La missione getterebbe dunque le basi dello sviluppo cinese nello spazio nel futuro prossimo, diventando di fondamentale importanza per progettare entro i prossimi dieci anni la realizzazione di una stazione internazionale di ricerca lunare e di una base permanente adatta a ospitare personale umano sulla Luna, oltre che per la pianificazione di un’ulteriore spedizione su Marte, da condursi sulla falsariga dell’operazione Chang’e-5.

La Cina, che si appresta dunque a diventare il terzo Paese al mondo a svolgere attività su suolo lunare dopo Stati Uniti e Unione Sovietica, dimostra un interesse e un coinvolgimento nei programmi spaziali sempre maggiore. Infatti, è proprio nello spazio che la contesa sino-americana potrebbe evolversi, ad esempio con la crescente importanza dei satelliti nell’ambito della sicurezza nazionale, spingendo le due potenze a incrementare la propria presenza e capacità operativa fuori dall’orbita terrestre.