Intelligence and Defence Update n°54

Intelligence and Defence Update n°54

Di Staff Ce.S.I.
01.07.2013

Sommario: Croazia, Italia, Russia, Stati Uniti, Turchia

Croazia

La Croazia ha reso noto di aver scelto di procedere al refit dei suoi Mig-21 quale nuova piattaforma da difesa aerea. Il contratto per la riparazione e l’aggiornamento di 7 Mig-21, già in carico all’Aeronautica Croata, è stato assegnato all’azienda statale ucraina Ukrspecexport. Materialmente, gli interventi sui velivoli saranno eseguiti da personale della Odesa Aircraft Repair Plant Odesaviaremservis nello stabilimento dell’omonima città. In aggiunta al refit dei Mig-21 esistenti, il contratto prevede anche la fornitura di ulteriori 5 Mig-21 modernizzati, attualmente di proprietà della stessa Odesaviaremservis. Il valore complessivo dell’accordo è stimato in 10,5 milioni di euro. La scelta croata è stata dettata esclusivamente da ragioni politiche ed economiche. Infatti, il Mig-21, per quanto sottoposto ad upgrade, rappresenta una piattaforma ormai molto datata, ma consente al Paese di non dover dipendere dagli alleati NATO per la difesa dello spazio aereo come la vicina Slovenia. In più, la scelta di continuare ad utilizzare tale velivolo, è l’unica compatibile con le attuali disponibilità di budget del Paese che ha escluso l’acquisto di piattaforme usate di origine NATO anche per non affrontare ulteriori costi di addestramento del personale e di acquisizione di nuovi materiali per il supporto logistico. Certo, la decisione di puntare ancora su materiale di origine ex-sovietica allunga i tempi per una reale interoperabilità e standardizzazione dell’Aeronautica Croata con le omologhe realtà dell’Alleanza Atlantica.

Italia

Il Salone di Le Bourget 2013 è stato l’occasione per presentare lo stato di avanzamento del nuovo MC-27J Spartan che Alenia Aermacchi sta sviluppando in collaborazione con ATK. Il velivolo si caratterizza per la concezione modulare, flessibile e multi-missione che ne fa un vero moltiplicatore di forze capace di svolgere una gamma completa di missioni che spaziano dal Comando e Controllo, alle attività ISR (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance) all’attacco diretto. La novità della soluzione proposta dall’MC-27J è data dalla possibilità di adattare il velivolo ad una specifica attività attraverso l’imbarco di appositi pallet di missione che consentono in poche ore di riconfigurare lo stesso velivolo a seconda delle esigenze. Nella versione gunship presentata al salone, il velivolo era equipaggiato con un modulo Ro-Ro (Roll-on Roll-off), installabile in 4 ore, contenente il cannone ATK Gau-23 da 30 mm (cadenza 200 colpi/min) con doppio sistema di alimentazione e due console per gli operatori (osservatore e cannoniere). La componente avionica del velivolo è stata incrementata per sostenere le nuove missioni e comprende una torretta con sensori elettro-ottici e infrarossi (sotto il muso sul lato sinistro), nuovi schermi aggiuntivi per i piloti per una maggiore consapevolezza della situazione e due videocamere installate sull’arma e collegate ad un registratore DVR. L’MC-27J ha recentemente terminato la prima fase di test a terra e in volo presso la Base dell’Air Force di Eglin in Florida sotto l’occhio interessato dell’Air Force Special Operation Command (AFSOC). E’ previsto che il velivolo adesso affronti la seconda fase di sviluppo che porterà allo definizione della configurazione avionica e sensoristica definitiva e all’integrazione di munizioni guidate di precisione. La nuova versione del velivolo potrebbe aprire interessanti scenari export per il velivolo visto che permetterà a diversi Paesi di poter disporre di un set di capacità che attualmente è prerogativa solo delle versioni speciali del più grande e costoso C-130J. Inoltre, grazie alla concezione modulare, la configurazione MC-27J è disponibile anche come retrofit per quei clienti che hanno già acquistato il velivolo.

Russia

Il 26 giugno è stato annunciato dal Generale Viktor Bondarev che l’Aeronautica Russa nei prossimi mesi aprirà una base aerea in territorio Bielorusso nell’ambito degli accordi di mutua difesa che legano i due Paesi. L’installazione sarà ubicata nella città di Lida strategicamente situata a poca distanza dai confini con Polonia e Lituania e diverrà la sede di un reparto di SU-27 SM3. Tale velivolo è l’ultima versione multiruolo del SU-27, sviluppata a partire dal 2009 per le esigenze dell’Aeronautica Russa e si caratterizza per il peso al decollo aumentato di 3 tonnellate, ulteriori punti di attacco per l’armamento, nuovi motori AL-31F-M1, ECM aggiornate e nuovo glass cockpit. Il Su-27 SM3 oltre al classico armamento aria aria, è in grado anche di impiegare efficacemente munizionamento di precisione per attacchi al suolo. La scelta russa di schierare velivoli così performanti direttamente a ridosso dei Paesi NATO rientra nella nuova stagione di ripristino del pattugliamento aereo dei confini del Paese anche al fine di testare il livello di reattività del sistema di difesa aerea dell’Alleanza Atlantica.

Stati Uniti

A partire dal 12 giugno presso la base dei Marines di Camp Pendelton in California si è svolta l’esercitazione multinazionale anfibia “Dawn Blitz 2013” che ha visto coinvolti 5000 Marines della Ia Marine Expeditionary Brigade e l’Expeditionary Strike Group 3 della Marina americana insieme ad assetti multinazionali forniti da Giappone, Canada e Nuova Zelanda. L’esercitazione ha previsto scenari di sbarchi anfibi su larga scala, condotta di operazioni aeronavali, contromisure mine e utilizzo dell’ambiente marino come spazio di manovra al fine di liberare un’ipotetica isola conquistata da forze nemiche.
Le manovre Dawn Blitz, riprese dal 2010, hanno lo scopo di riaddestrare i Marines ai loro compiti “core” dopo anni di operazioni di conterinsurgency tra Iraq e Afghanistan che poco hanno a che vedere con la preparazione alla lotta anfibia. L’edizione 2013 però, sarà ricordata per la partecipazione massiccia delle Forze di Autodifesa giapponesi che, per la prima volta e con l’aiuto statunitense, hanno pianificato ed eseguito singolarmente e insieme ai Marines, operazioni di sbarco anfibio di reparti delle Forze Terrestri di Autodifesa dalle loro unità Hyuga (Destroyer portaelicotteri) e Shimokita (LST). Nel corso dello stesso evento i militari giapponesi hanno avuto la possibilità di testare i convertiplani MV-22 Ospreys da bordo delle proprie navi. Il contributo numerico giapponese all’esercitazione è stato dichiarato in 250 uomini delle Forze Terrestri di Autodifesa, accompagnati da tre navi della Forza di Autodifesa Marittima, le già citate Hyuga e Shimokita, scortate dal cacciatorpediniere lanciamissili Atago per un totale complessivo di 1000 militari. Sebbene le autorità americane abbiano dichiarato che lo scenario simulato non aveva alcun richiamo a situazioni attuali, la Cina ha ritenuto, qualche giorno prima dell’inizio delle manovre, di inoltrare una formale protesta diplomatica al Giappone sostenendo che la situazione ipotizzata fosse troppo aderente alla disputa esistente tra i due Paesi per le Isole Senkaku/Diayou. Nel complesso, le attività come la Down Blitz, oltre agli indubbi benefici in termini di addestramento delle forze, servono agli USA a rinsaldare le alleanze nell’area del Pacifico. Non è un caso che, negli stessi giorni dell’esercitazione, le Filippine abbiano annunciato la loro intenzione di offrire un migliore e costante accesso ai propri porti non solo alle navi Usa, ma anche a quelle giapponesi, al fine di cautelarsi da eventuali iniziative ostili da parte cinese.

Turchia

La gara per la fornitura di un nuovo sistema missilistico da difesa aerea per la Turchia, ribattezzata T-Loramids del valore di circa 4 miliardi di dollari, sta generando notevole sorpresa a livello internazionale. Le previsioni ritenevano che sarebbe stata una sfida a due tra i sistemi Patriot PAC-3 di Raytheon e il SAMP/T in configurazioni anti ATBM del consorzio EUROSAM. Invece, pare che il sistema attualmente meglio posizionato sia l’HQ-9 cinese (FD-2000 per l’export) che, assieme al russo S-300, era visto solo come un outsider. L’HQ-9 è stato proposto dalla China Precision Machinery Import-Export Corporation (CPMIEC) e sembra aver incontrato i favori turchi per via della sicura convenienza economica, la maggiore propensione al trasferimento di tecnologia da parte della controparte cinese e il soddisfacente livello di prestazioni. Il sistema HQ-9 nasce come una variante autoctona cinese del sistema SAM S-300 PMU (SA-20 Gargoyle) di concezione russa e si caratterizza per una gittata contro bersagli aerei di circa 125 km e una quota operativa di 27 km. L’HQ-9 ha anche la capacità di intercettare missili cruise e missili balistici di teatro in un range di 25 km. Tipicamente una batteria è composta da un radar di scoperta Type 305B, un radar di tracking, 8 lanciatori (di tipo TEL) a quattro celle per un totale di 32 missili pronti al lancio oltre un veicolo generatore di elettricità. La decisione definitiva dev’essere ancora presa dal Ministro della Difesa Ismet Yilmaz e dal Premier Recep Tayyip Erdogan, il che può far supporre che si tratti di una strategia per cercare di ottenere condizioni migliori dai competitor occidentali. In ogni caso, la pre-selezione del sistema SAM cinese ha messo in allarme la NATO, la quale ha ricordato alla Turchia che, se effettivamente provvederà ad ordinare l’HQ-9, esso non sarà integrabile con la rete di sorveglianza e difesa aerea dell’Alleanza Atlantica per ovvie ragioni di segretezza relative soprattutto ai sistemi di identificazione IFF (Identification Friend or Foe- Identificazione Amico o Nemico). L’eventuale finalizzazione dell’ordine per l’HQ-9 segnerebbe un nuovo corso della Turchia rispetto alla tradizionale linea filo-atlantica finora perseguita per le principali acquisizioni militari e la prima affermazione di rilievo su un mercato internazionale per l’export missilistico cinese.

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