Intelligence and Defence Update n°52

Intelligence and Defence Update n°52

Di Staff Ce.S.I.
22.05.2013

Sommario: Afghanistan, Australia, Filippine, Germania, India

Afghanistan

Rosoboronexport, l’agenzia russa per le esportazioni di materiale militare, ha reso noto che entro la fine del 2013 consegnerà alle forze armate afghane ulteriori 12 elicotteri utility Mil Mi-17V5. Questo nuovo ordine non è altro che l’esercizio delle opzioni previste da un primo contratto del 2011, per 21 elicotteri dello stesso tipo, siglato tra gli Stati Uniti e la Russia al fine di dotare l’Esercito afghano di una propria componente elicotteristica. L’acquisto da parte del Pentagono di materiale militare di provenienza russa, per un valore che, grazie a queste opzioni, potrebbe raggiungere la cifra di 900 milioni di dollari, ha scatenato numerose polemica negli USA da parte dei sostenitori del “buy american” a tutti i costi, che avrebbero preferito equipaggiare gli afghani con una piattaforma di origine nazionale. Alla fine, comunque, con l’esercizio delle opzioni, ha prevalso la linea della ragionevolezza, visto che il Mi-17V5 è noto per essere una macchina spartana, poco costosa, ideale per le operazioni in quota e, soprattutto, ben conosciuto dagli afghani che lo adoperano fin dai tempi dell’invasione sovietica con buoni risultati.

Il potenziamento della componente elicotteristica delle forze armate afghane, rappresenta uno dei tasselli fondamentali per mettere l’Esercito afghano nelle condizioni minime di mobilità che gli consentano di poter esercitare una qualche forma di controllo del Paese in vista del ritiro della missione ISAF. In questo contesto, la scelta del Mi-17V5 quale elicottero utility standard rappresenta attualmente il miglior compromesso possibile in  termini di costo-efficacia, possibilità di impiego e supporto logistico autonomo da parte delle forze afghane.

Australia

Il 16 maggio è stato reso noto che il Ministero della Difesa australiano ha espresso il proprio interesse nei confronti dell’UAV MQ-4C Triton, versione da ricognizione marittima in fase di sviluppo (sempre da parte di Northrop Grumman) del più noto RQ-4 Global Hawk. La Difesa australiana a breve invierà una richiesta dettagliata per accedere ai canali di acquisto Foreign Military Sales (FMS) e valutare l’opportunità di procedere effettivamente all’acquisizione del velivolo. Il Triton si caratterizza per l’adozione di un radar con visuale sui 360° a scansione elettronica attiva (AESA) specificamente progettato per l’impiego in ambiente marittimo, capacità di targeting e possibilità di svolgere la funzione di relay per sistemi di comunicazione. Attualmente, le necessità australiane, espresse nel Progetto AIR 7000 Fase 1B, prevederebbero di acquistare fino a 7 sistemi da ricognizione ad alta quota della categoria del Triton, da abbinare ad altre piattaforme pilotate ancora ufficialmente da individuare. In realtà, l’interesse verso l’MQ-4C, se confermato, dovrebbe naturalmente orientare l’Australia a portare avanti il più volte annunciato piano di acquisizione di 8 pattugliatori marittimi P-8A Poseidon (già ordinato dalla Marina americana e da quella indiana) standardizzandosi, su scala minore, sulle stesse piattaforme dell’U.S. Navy (che prevede di disporre di 117 P-8A Poseidon e 68 MQ-4C Triton). L’eventuale acquisizione australiana del binomio Triton/Poseidon  si inserisce nel contemporaneo rafforzamento delle capacità di pattugliamento marittimo in atto in tutti i principali Paesi che si affacciano sul Pacifico. Tale rafforzamento dei dispositivi difensivi marittimi, viene percepito come necessario al fine di controbilanciare gli imponenti piani di potenziamento della Marina cinese e il comportamento fortemente assertivo delle Autorità di Pechino relativamente alle dispute sui confini marittimi con diversi Stati confinanti.

Filippine

Nel corso della cerimonia per il 115° anniversario della Marina filippina, tenutasi lo scorso 21 maggio, il Presidente Benigno Aquino ha annunciato un piano di potenziamento del valore di 1,8 miliardi di dollari per mettere la forza navale in grado di rispondere alle ripetute tensioni con gli Stati confinanti generate dalle dispute in corso sui confini marittimi. Attualmente, la Marina filippina è, nel contesto regionale, una tra le più deboli e arretrate e, grazie ai nuovi stanziamenti, prevede di mettere in linea da qui al 2017 due nuove fregate dotate di elicottero ed equipaggiate per la lotta antisommergibile, tre pattugliatori costieri veloci e otto veicoli da assalto anfibio. Il requisito per le due fregate, sembrava potesse essere soddisfatto attraverso l’acquisizione di due navi classe Maestrale della Marina Militare italiana, ma recentemente, le Filippine avrebbero deciso di orientarsi verso unità di nuova produzione. I nuovi piani di sviluppo vanno ad aggiungersi al programma già in corso che vedrà, nel 2013, completarsi l’immissione in servizio dei due ex cutter della Guardia Costiera americana classe Hamilton (ribattezzati BRP Gregorio del Pilar e BRP Ramon Alcazar). Rimane, infine, da definire  l’interesse espresso dalla locale Guardia Costiera per dieci pattugliatori di costruzione giapponese.

La necessità di disporre di uno strumento militare marittimo all’altezza si sta trasformando in urgenza per il Governo filippino, visto che alle tradizionali tensioni con la Cina per le Isole Spratly, si sono recentemente aggiunti seri motivi di attrito con Taiwan a causa dell’uccisione di un pescatore originario del Paese da parte della Guardia Costiera filippina.

Al di là del reperimento delle necessarie risorse finanziarie e dei tempi di immissione in servizio delle nuove navi, rimane abbastanza in dubbio che una Marina fino ad oggi addestrata ad utilizzare naviglio statunitense in massima parte risalente al periodo finale della Seconda Guerra Mondiale, sia in grado, senza un congruo periodo di addestramento, di gestire efficacemente piattaforme complesse del livello di una moderna fregata.

Germania

Il Governo tedesco ha annunciato il 14 maggio di aver deciso di cancellare il programma EuroHawk volto alla realizzazione di 4 velivoli, derivati dalla versione RQ-4B Global Hawk Block 20, specificatamente destinati a missioni di Signal Intelligence (SIGINT) e per questo dotati di un’apposita suite elettronica realizzata da Cassidian (EADS). Alla base della decisione tedesca vi è la mancanza di certezza circa la reale possibilità per il velivolo di ottenere da parte della Agenzia Europea per la Sicurezza del Volo (EASA) la certificazione di idoneità al sorvolo di spazi abitati vista l’assenza del dispositivo anticollisione. Le autorità tedesche, che hanno già investito 550 milioni di euro nel progetto, hanno ritenuto che i costi dell’integrazione di tale dispositivo, uniti a quelli di certificazione, fossero difficilmente preventivabili ed hanno così optato per l’abbandono del programma.  La cancellazione dell’EuroHawk, sta creando forti imbarazzi al Ministro della Difesa, Thomas de Maiziere, accusato dall’opposizione (Verdi e SPD)  di essere a conoscenza fin dall’inizio del progetto della presenza di oggettive difficoltà ad ottenere la certificazione europea e di non averle comunicate, fino alla scorsa settimana, alla competente commissione del Parlamento tedesco. In generale, la vicenda EuroHawk pone molteplici interrogativi all’industria europea sullo sviluppo di nuovi UAV e segnala la necessità dell’apertura di un tavolo di confronto con l’EASA per individuare i requisiti minimi necessari a garantire agli aeromobili a pilotaggio remoto la possibilità di utilizzare lo spazio aereo europeo.

India

Il 15 maggio la Marina indiana ha ricevuto il suo primo pattugliatore marittimo P-8I Neptune, variante export specificatamente realizzata per l’India del P-8A Poseidon sviluppato per la U.S. Navy. Il contratto, del valore di 2,1 miliardi di dollari, è stato siglato nel gennaio del 2009 e prevede la consegna di ulteriori 7 esemplari del velivolo entro il 2015 (con possibili opzioni per ulteriori quattro unità). Il Neptune è una piattaforma estremamente versatile, basata sul velivolo commerciale Boeing Next-Generation 737-800, capace di condurre operazioni di pattugliamento marittimo, lotta antisommergibile e antinave oltre a tutto lo spettro delle missioni ISR (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance). La Marina indiana è il primo cliente estero del velivolo e  opererà la sua flotta dalla Rajali Air Station di Arakkonam nello stato del Tamil Nadu dove i P-8I andranno a sostituire gli anziani Tu-142M. I Neptune possono essere equipaggiati con missili Harpoon antinave, cariche di profondità e siluri, mentre sono dotati di una suite elettronica di origine nazionale (che vede il coinvolgimento di Electronics Corporation of India Limited – ECIL, Bharat Electronics Limited – BEL, HindustanAeronautics Limited – HAL e Avantel) al posto di quella statunitense.

Grazie all’introduzione in servizio dei P-8I Neptune la Marina indiana migliora sensibilmente le proprie capacità di sorveglianza marittima nell’Oceano indiano e si dota di una piattaforma estremamente avanzata che le consentirà di monitorare con efficacia le attività navali cinesi nell’area. L’unico elemento di perplessità è determinato dalla decisione di dotare il velivolo di sistemi elettronici nazionali sulla cui affidabilità ed efficacia è lecito nutrire più di qualche sospetto.

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