Margelletti a FQ: sempre alto rischio terrorismo in Occidente
L’attacco terroristico alla redazione del magazine satirico francese Charlie Hebdo , nel quale sono rimaste uccise 12 persone, rappresenta un salto di qualità nelle modalità di azione dei filo-islamisti in Occidente. Gruppi organizzati di reduci europei addestrati dall’Isis o da al Qaeda rappresentano la nuova minaccia di fronte alla quale si trova l’Europa. A svelare a FUTURO QUOTIDIANO il nuovo volto del terrorismo terrorismo in Europa è Andrea Margelletti, presidente del Cesi (Centro Studi Internazionali).
Dopo l’attentato di Parigi a Charlie Hebdo e l’allarme scattato a Madrid, ci dobbiamo preoccupare anche in Italia? Di quanto è salito lo stato di allerta in Europa?
Lo stato di allerta in Europa, non da adesso, ma dal’11 settembre non ha mai smesso di essere massimo. La situazione è preoccupante da vari anni. Per fortuna in Italia abbiamo delle Forze dell’ordine e dei servizi segreti che lavorano incessantemente in maniera egregia. L’attenzione resta al livello più alto, al di là dei singoli episodi. Quanto alla minaccia, proviene ora da più fronti, sia dall’Isis che da al Qaeda.
Si tratta di gruppi organizzati o di cani sciolti?
Ci sono tre realtà che dobbiamo prendere in considerazione. La prima è quella di cellule che si formano sui territori nazionali. Si tratta di europei e non necessariamente di origine araba. Basti pensare al primo jihadista italiano caduto in Siria, che era un convertito genovese. La minaccia in questo caso proviene anche dagli stessi occidentali. Poi ci sono i cosiddetti lupi solitari. Sono dei matti, degli esaltati, e proprio per questo difficili da individuare e da prevenire nelle loro azioni. Infine ci sono i reduci: cittadini principalmente europei che hanno combattuto in varie aree, come la Siria, l’Africa, uomini addestrati come soldati, che tornano indietro con i loro passaporti e si muovono facilmente. Proprio questi ultimi probabilmente sono i responsabili dell’attentato di Parigi.
Ci sarà un vertice europeo sulla sicurezza?
Forse, ma se verrà organizzato, sarà più per opportunità politica perché le varie forze dell’ordine e le intelligence europee già collaborano quotidianamente.
Dopo questo attentato c’è stato un salto di qualità nelle modalità di azione dei terroristi islamici in Europa?
Decisamente sì. E’ la prima volta che è entrato in azione in un paese europeo un commando militare. E’ una modalità questa, basata su un’accurata pianificazione, che aveva caratterizzato finora soltanto le azioni della criminalità organizzata.
E’ collegabile o meno l’attentato di ieri all’Isis? Oppure è vero invece che l’Isis sia più concentrato nella conquista del territorio in Medio Oriente?
Sicuramente l’Isis è concentrato nella conquista del territorio in Medio Oriente, ma parliamo comunque di militanti, convertiti e reduci, addestrati da al Qaeda o dall’Isis.
Un attacco come quello di ieri rischia di compromettere per il futuro il dialogo religioso e culturale in Occidente?
Si spera di no ma temo invece di sì. Soprattutto se partiti, schieramenti e gruppi strumentalizzeranno a scopo politico questo attacco.