Isis Mosul, Margelletti (Ce.S.I): “Prospettiva oscura, rischiamo una minaccia più pericolosa”

Isis Mosul, Margelletti (Ce.S.I): “Prospettiva oscura, rischiamo una minaccia più pericolosa”

18.10.2016

19 ottobre 2016 ore 13:08, intelligo,  a cura di Stefano Ursi

La lotta all’Isis, la battaglia campale di Mosul, gli equilibri geopolitici e territoriali con uno sguardo su quella che molti osservatori oggi descrivono come la “nuova guerra fredda” fra Usa e Russia. IntelligoNews ne ha parlato con il prof. Andrea Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali (Ce.S.I), che analizza le dinamiche di fondo e spesso non spiegate degli eventi che animano l’attualità mondiale.

Quanto durerà la battaglia di Mosul contro l’Isis? Ma soprattutto quali prospettive in quel quadrante?

“Le prospettive sono oscure per Mosul, soprattutto dal punto di vista politico, perchè dell’Isis interessa ben poco a tutti ma quel che interessa maggiormente è chi governerà quella parte del mondo. Perché da una parte ci sono i turchi che sono entrati assieme ai curdi e i turchi, che il governo iracheno non vuole e vede tecnicamente come invasori di uno Stato sovrano. Hanno detto loro andatevene ma i turchi puntano diretti sulla città perchè aspirano ad una Mosul più vicina alla Turchia con dei curdi che sono in grado di gestire, piuttosto che una Mosul sunno-sciita che potrebbe prendere forma qualora vincessero dall’altra parte le milizie sciite e il minuscolo esercito iracheno supportato dal potere aereo della coalizione che combatte a sostegno del legittimo governo iracheno”.

Turchia, Stati Uniti, Iran: in seguito a questa sorta di convergenza Isis p****are come sgretolarsi in maniera repentina. La domanda che molti si pongono è se le si potesse dar vita prima.

“Io parlerei di corsa a Mosul, di tutti contro tutti non c’è una strategia comune per cui, tanto per fare un esempio chiaro, ci troviamo al ‘chi arriva prima a Berlino gestirà la guerra fredda’. E questo è un dato di fatto, che ci dice come abbiamo una parvenza di alleanza militare ma non di tipo politico, il che integra già una prima grande debolezza. E poi, occorre dire, non sono due mesi che colpiamo Isis ma anni e il vero punto è che noi lo combattiamo dal punto di vista militare ma non abbiamo assolutamente intaccato le ragioni per le quali Isis è nata. E il fatto che sia nata e prosperata nella grande provincia sunnita di Anbar, oggi liberata da milizie sciite che hanno fatto anche pulizia etnica, come si può immaginare non ha creato serenità nella provincia. Anzi. Il rischio è che noi, fra qualche tempo, ci troveremo ad avere a che fare con una minaccia infinitamente più pericolosa dell’Isis, come quest’ultima è diventata più pericolosa di Al Qaeda per il fatto che noi usiamo bombe intelligenti con strategie stupide”.

Facciamo un salto nei rapporti fra i due continenti; parlare oggi di guerra fredda pare quasi assurdo, ma i rapporti che intercorrono fra Usa e Russia quali effetti potranno avere sugli equilibri mondiali e sull’Italia?

“Innanzitutto ogni discussione sulle superpotenze, sui rapporti fra Stati Uniti e Russia in particolare, è totalmente non seria fino a Giugno prossimo e il motivo è semplice: ora tutto è, per così dire, falsato dalla campagna elettorale americana e quando questa finirà avremo due presidenti, uno insediato e uno eletto. A Gennaio si insedierà il nuovo presidente degli Stati Uniti, uomo o donna che sia, e per alcuni mesi tendenzialmente fino a Giugno ci saranno numerose realtà statuali e non che faranno delle azioni per testare e saggiare la ‘presidenzialità’ del nuovo inquilino della Casa Bianca. Nel frattempo la nuova amministrazione dovrà mettere i suoi uomini chiave che a loro volta dovranno andare ad utilizzare la macchina amministrativa. In sostanza, si elegge il presidente e cosa succede nell’immediato? Niente, siamo per alcuni mesi in una sorta di interregno. Allora, come detto, ogni discussione attuale fino a Giugno prossimo su temi come questo secondo me rimane totalmente inutile.”