Corea del Nord, quattro missili verso il Mar del Giappone_Giornale di Sicilia

Corea del Nord, quattro missili verso il Mar del Giappone_Giornale di Sicilia

06.03.2017

NORDEST ASIATICO. Tensione per la nuova sfida del dittatore. Protestano Tokyo, la Cina e gli Stati Uniti: «Sono state violate le risoluzioni delle Nazioni Unite»

L’intervista a Francesca Manenti, analista desk Asia.

Il «compagno Kim» gioca alla guerra. Niente soldatini di piombo, però. Solo missili balistici, come i quattro –gli ultimi di una serie inquietante – lanciati ieri dal dittatore nordcoreano: «Una dimostrazione di forza diretta sia agli attori regionali, Corea del Sud e Giappone innanzitutto, sia agli Stati Uniti», afferma Francesca Manenti. La responsabile del «desk Asia» per il Cesi, il Centro Studi Internazionali diretto da Andrea Margelletti, aggiunge: «Il miglioramento del programma balistico va di pari passo con il programma nucleare che Pyongyang sta cercando di sviluppare e che è diventato una priorità nell’agenda strategica di Kim Jongun. I continui lanci sono funzionali a testare l’effettiva capacità raggiunta fino ad ora».

OOO Il premier giapponese, Shinzo Abe, ha parlato di «minaccia che ha raggiunto una nuova dimensione». Cosa c’è di «nuovo»?

«Benché non vi siano certezze sul livello raggiunto, gli ultimi test nucleari e balistici effettuati da Pyongyang lasciano trapelare che il governo nordcoreano sta effettivamente facendo passi in avanti nella tecnologia a disposizione. Nuovo è il tentativo di portare la minaccia stabilmente attorno al medio raggio. Nel Mar del Giappone, appunto. Invece, per quanto Kim Jong-un nel suo discorso di inizio anno abbia esplicitato la volontà di riuscire a dotarsi di un missile intercontinentale col quale raggiungere gli Stati Uniti, al momento la Corea del Nord non ha ancora testato nulla di simile».

OOO Kim Jong-Un aveva sfidato Barack Obama, fa lo stesso con Donald Trump. Come risponderanno adesso gli Stati Uniti?

«L’amministrazione Trump ha preso una chiara posizione di condanna rispetto all’avanzamento del programma nucleare nordcoreano e delle continue provocazioni che mettono a repentaglio la stabilità regionale. Come confermato dal segretario alla Difesa James Mattis durante la sua prima visita nell’area, gli Stati Uniti nei prossimi anni manterranno un’attenzione e una presenza constante nel Nordest Asia».

OOO Venti di guerra?

«No, perché Washington sta ancora prendendo le misure e al momento non ha deciso la linea da adottare nel Pacifico. Ma per poter pensare a una gestione efficace del dossier nordcoreano è inevitabile riuscire a portare allo stesso tavolo tutti gli attori dell’area, compresa la Cina. La strategia statunitense punta proprio a Pechino per il bilanciamento degli interessi di quella potenza nell’area».

OOO La Cina, però, tace. E la Russia nicchia. Una pericolosa complicità?

«Tra Cina e Russia si è andata rafforzando negli ultimi anni un’intesa pragmatica, in seguito alla crisi in Ucraina e alla rottura della Russia con Europa e Usa. Sia Mosca che Pechino hanno in passato condannato l’atteggiamento della Corea del Nord. Tuttavia è innegabile che, soprattutto per il governo cinese, i rapporti particolari con il turbolento vicino nordcoreano permettono di gestire quel dossier come una carta importante sul tavolo della partita regionale con Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud».

OOO Il regime di Pyongyang tira dritto col proprio programma di sviluppo dell’atomica. Fin dove si è spinto, almeno sinora?

«Le scarse informazioni riguardo al programma nucleare nordcoreano non permettono di fare una valutazione accurata delle effettive capacità. Quello che si sa dai rilevamenti satellitari è che quel governo sta portando avanti un’intensa attività di ricerca, come testimoniato dai test fatti nel corso degli ultimi anni, e sembrerebbe aver ripreso le attività nell’impianto per la produzione di plutonio».

OOO Gli americani hanno offerto alla Sud Corea uno scudo chiamato «Thaad». Il sistema antibalistico è una provocazione, o una necessità?

«Il sistema Thaad (Terminal High Altitude Area Defense, ndr) potrebbe essere funzionale alla Corea del Sud per aumentare la propria capacità di difesa balistica. La Cina è contraria per via delle capacità radar che Seoul, e ovviamente gli Stati Uniti acquisirebbero. In realtà, comunque, il Thaad per la Corea del Sud avrebbe una funzione di deterrenza nei confronti del vicino settentrionale».

OOO A settembre, il G20 in Cina era stato «salutato» da Kim con il lancio di tre missili. Il G7 a Taormina si avvicina…

«Il G20 è stata un’occasione ghiotta per Pyongyang per esibire i muscoli in un momento in cui tutta l’attenzione internazionale era rivolta al Nordest Asia. Un eventuale test in occasione del G7 a Taormina non avrebbe lo stesso richiamo evocativo. Quindi, possiamo stare tranquilli!».

OOO Altre insidie arrivano dagli attacchi informatici. Ormai confermato che il «dittatore rosso» investe sempre più sulla cyber-guerra?

«La capacità cyber della Corea del Nord è sempre più una realtà. È, soprattutto, un asso nella manica di Pyongyang per combattere in modo asimmetrico battaglie che altrimenti non potrebbe mai pensare di portare a casa». (*GEM*)

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