Somalia, al-Shabaab torna a colpire nel cuore di Mogadiscio
Il 27 novembre, un commando di al-Shabaab, principale organizzazione jihadista attiva nel Corno d’Africa, ha attaccato Villa Rose, uno dei più importanti alberghi del centro di Mogadiscio a poca distanza dal palazzo presidenziale. Ad una forte esplosione (forse causata da attentatori suicidi con vesti esplosive) è seguito un violento scontro a fuoco durato dodici ore tra il commando di terroristi e le forze di sicurezza somale. Il bilancio è di quattro morti e una dozzina di feriti, tra i quali il Ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie Mohamed Ahmed. L’attacco in questione è solo l’ultimo segnale del rinnovato attivismo di al-Shabaab in risposta alle politiche di contrasto al terrorismo messe in atto dal Presidente Hassan Sheikh Mohamud, rieletto al secondo mandato a maggio di quest’anno. Infatti, il gruppo jihadista ha lanciato, negli ultimi mesi, una vasta campagna di attacchi in tutto il Paese nel tentativo di destabilizzare il governo e frenare il già lento e difficoltoso percorso di transizione democratica nazionale. Nella fattispecie, molti di questi attacchi hanno colpito la capitale Mogadiscio, a dimostrazione della presenza di cellule strutturate all’interno dell’area urbana, e le principali città del sud, a partire dal porto di Kisimayo, fondamentale per i traffici di carbone e khat funzionali al finanziamento di al-Shabaab.