Rincaro dei prezzi dell’energia in Europa, la Russia può approfittarne
L’impennata record del +280% dei prezzi del gas in Europa rischia di mettere a dura prova la sicurezza energetica degli Stati Membri dell’Unione, costretti a correre ai ripari per arginare il caro bollette. Tra le tante misure introdotte dai governi nazionali c’è anche lo stanziamento di 3 miliardi di euro da parte dell’Italia finalizzato a contenere l’aumento nei prezzi di gas ed elettricità.
La crisi energetica è imputabile a una serie di fattori concomitanti, tra cui l’aumento della domanda mondiale di gas dovuto alla ripresa delle attività economiche, i livelli modesti delle scorte europee di gas a causa dei lockdown invernali e la promozione dell’UE della produzione di energia pulita nell’ambito della transizione verde, che negli ultimi anni ha frenato gli investimenti nella ricerca e impiantistica degli idrocarburi.
A complicare la situazione si aggiunge la riluttanza russa ad aumentare le forniture di gas, nonostante le esortazioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Il colosso energetico Gazprom ha fornito come giustificazione l’aumento di domanda dei mercati asiatici e il processo di stoccaggio interno per l’inverno. Al di là dei motivi ufficiali, è plausibile che la Russia voglia volgere a proprio favore le difficoltà dell’UE in un settore in cui quest’ultima è particolarmente suscettibile alle politiche del vicino, da cui proviene il 40% delle importazioni di gas.
In un simile contesto, il gas potrebbe diventare un importante strumento geopolitico con cui la Russia potrebbe fare leva sugli Stati europei in difficoltà per promuovere i propri interessi, prima tra tutti l’approvazione definitiva al gasdotto Nord Stream 2. Se i governi europei continuassero ad esprimere dubbi o a mettere ostacoli sull’avvio delle sue attività, la Russia potrebbe dimostrarsi parimenti poco incline a ridiscutere le forniture. La vittoria alle elezioni tedesche del socialdemocratico Scholz, favorevole al gasdotto, potrebbe rassicurare la Russia, anche se le lunghe tempistiche per la formazione del governo e la forte opposizione dei Verdi al progetto rendono lo scenario aleatorio.
Il caro bollette dimostra la complessità del processo di transizione verde dell’UE e le incertezze riguardanti la sicurezza energetica continentale. La situazione attuale è fluida e apre a diverse prospettive. Da un lato, la crisi e il comportamento assertivo della Russia potrebbero dare una nuova spinta alla diversificazione strategica delle forniture dell’Unione, pur nella consapevolezza della difficoltà di trovare altri fornitori in grado di assicurare la stabilità e la sostenibilità finanziaria del flusso di gas. Dall’altro, lo sviluppo delle energie verdi necessiterà di tempo per poter sostituire efficacemente il gas, il che significa che nel breve termine la sicurezza energetica e i prezzi delle bollette rimarranno fortemente dipendenti dal gas russo.