Pakistan: l’attentato contro Imran Khan
Il 3 novembre, il leader dell’opposizione pakistana Imran Khan ha subìto un attentato durante un comizio nella città di Wazirabad, provincia del Punjab. L’azione sarebbe stata compiuta da un uomo armato di pistola che ha colpito l’ex Primo Ministro agli arti inferiori. Nel corso dell’attacco, diversi membri del partito di Khan, Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), sono rimasti feriti e un attivista è morto. L’accaduto indica come la violenza politica abbia raggiunto livelli molto elevati nella Repubblica Islamica. A fomentare le tensioni, ormai da mesi, contribuisce l’aspro scontro tra le forze legate al Premier Shehbaz Sharif e l’opposizione guidata da Khan, con quest’ultimo che ha anche accusato il Governo e alcuni elementi degli apparati di sicurezza di aver progettato l’attentato.
In particolare, l’attacco è avvenuto nel corso di una manifestazione del “Movimento per la libertà” (Haqeeqi Azadi) lanciato dal leader del PTI per chiedere elezioni anticipate. Forte dei recenti successi elettorali, ottenuti sia nelle elezioni amministrative che in quelle suppletive, Khan chiede da mesi le dimissioni del Governo Sharif che considera illegittimo.
L’attentato arriva in una fase estremamente critica per il Pakistan. Alle forti tensioni politiche, infatti, si aggiunge la drammaticità del quadro economico, reso ancor più complicato dalle recenti inondazioni che hanno devastato il sud del Paese, provocando danni per oltre 30 miliardi di dollari. Al fine di uscire dalle difficoltà e alleviare il peso del debito che grava sul Paese, il governo pakistano ha fatto appello al sostegno della comunità internazionale, ricevendo risposte positive da Cina e Arabia Saudita. Intanto, proseguono anche i colloqui tra Islamabad e Fondo Monetario Internazionale per l’implementazione del piano di aiuti economici necessari al Paese. Tuttavia, il governo Sharif stenta a completare le riforme e le misure restrittive chieste dal Fondo poiché teme un crollo nei consensi.
In questo quadro, appare probabile che Imran Khan continui a rifiutare ogni forma di dialogo con il Governo nel tentativo di sfruttare a proprio vantaggio le tensioni in corso. Con le elezioni anticipate che non sembrano più rappresentare uno scenario remoto, infatti, la contrapposizione potrebbe persistere e addirittura accentuarsi. Di conseguenza, nel breve termine, il Pakistan rischia di veder crescere il livello dello scontro con possibili incidenti tra i supporter del leader dell’opposizione e le forze di sicurezza.