Le ripercussioni della crisi di Gaza sul conflitto israelo-palestinese
Il recente scontro tra Israele e il movimento palestinese di Hamas ha riacceso l’attenzione internazionale sul conflitto israelo-palestinese e sulla situazione della Striscia di Gaza. In quasi una settimana di combattimenti sono stati lanciati più di 1.000 razzi dall’enclave palestinese verso il territorio israeliano. Tel Aviv ha risposto con un’operazione nei confronti dei movimenti palestinesi attivi nella Striscia, denominata “Pilastro di Difesa”, che ha riportato la memoria indietro al gennaio 2009 e ai tempi dell’operazione “Piombo Fuso”. Per alcuni giorni, in effetti, vi è stato la reale prospettiva di un’operazione di terra a Gaza da parte delle Forze Armate israeliane (IDF) per smantellare i network palestinesi di lancio dei razzi e per indebolire nuovamente il movimento di Hamas. Questo scenario, che inevitabilmente avrebbe portato ad un’escalation dello scontro, non si è verificato e Tel Aviv ha portato avanti le azioni militari solo dal punto di vista aereo, con l’Aereonautica che ha effettuato numerosi attacchi nei confronti degli arsenali palestinesi. L’ingresso della diplomazia internazionale, con l’Egitto in prima linea per cercare un accordo tra le parti ha permesso la sottoscrizione di un cessate il fuoco, che, per ora, ha posto fine alle ostilità, ma che non ha trovato una soluzione per la situazione di profonda instabilità nell’area.