Le ambizioni della flotta sottomarina di Taiwan
Il 28 settembre la Presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha presentato il nuovo sottomarino di produzione nazionale classe Hai Kun in occasione della cerimonia di varo tenutasi nella città di Kaohsiung, la principale sede portuale del territorio.
La costruzione del nuovo mezzo è il frutto del programma Indigenous Defense Submarine (IDS), avviato dalla Presidente in carica già nel 2016, e volto ad un incremento capacitivo e numerico della ridotta flotta taiwanese. Al varo seguiranno alcuni test in mare, prima della consegna alla Marina Militare taiwanese nel 2024. Il nuovo Hai Kun è il primo degli 8 sottomarini previsti dagli obiettivi industriali del programma IDS, il quale ambisce a raggiungere l’obiettivo entro il 2040, per una spesa complessiva stimata in circa 10 miliardi di dollari.
La classe Hai Kun ha un dislocamento di 2.500 tonnellate, una lunghezza di 70 metri ed un sistema di propulsione ibrido diesel-elettrico Air Independent Propulsion (AIP), con batterie al piombo. Quest’ultimo permette di passare da un’alimentazione diesel in superfice alla propulsione elettrica in profondità, la quale garantisce un efficiente livello di bassa osservabilità riducendo sensibilmente la tracciatura sonora. Il sottomarino opera ad una profondità di 420 metri e, durante il combattimento, è in grado di restare in immersione per circa 100 ore.
A livello operativo implementa un array sonar prodotto da Raytheon e il sistema di combattimento AN/BYG-1 ; utilizzato anche dai sottomarini classe Virginia della US Navy, prodotto da Lockheed Martin. Tale sistema garantisce elevate prestazioni di tracciatura di superficie e subacquea, nonché di ricezione dati, in grado di fornire delle mappature precise degli ambienti operativi. Inoltre, consente l’impiego di siluri pesanti contro sottomarini e navi di superficie, permettendo di pianificare first strike contro unità navali nemiche di alto valore operativo. Il nuovo Hai Kun è dotato di sei tubi lanciasiluri, armati con siluri Mark 48 filoguidati e missili antinave Harpoon UGM 48, entrambi di produzione statunitense.
Ad oggi la flotta taiwanese possiede** altri quattro sottomarini** : due della classe Hai Shi, ovvero della classe Tench statunitense, consegnati nel 1973, e due della classe Hai Lung, derivanti dalla classe Zwaardvis olandese, consegnati nel 1987. Per giunta, i primi due menzionati risalgono alla Seconda Guerra Mondiale ed oggi vengono utilizzati esclusivamente per scopi addestrativi.
Pertanto, la crescita della spesa per la Difesa sostenuta dal Governo di Taipei si colloca in un** processo di sviluppo industriale e tecnologico** , volto a minimizzare il divario militare rispetto a Pechino. Tale processo viene sostenuto da una serie di Paesi, in prevalenza occidentali, grazie alla condivisione di know-how tecnologico, materiali e consulenze tecniche fornite a Taiwan dalle industrie della Difesa degli Stati coinvolti. Infatti, per la produzione del nuovo battello Hai Kun, circa il 60% delle materie di approvvigionamento sono state importate dall’estero . Nel breve termine, lo sviluppo capacitivo di Taiwan, limitato ad una previsione di due nuovi sottomarini operativi al 2027, non è destinato a cambiare gli equilibri militari nel Mar Cinese Meridionale, bensì potrebbe condurre ad una maggiore autonomia strategica locale in termini di tecnologie e armamenti.
Dal 2016 infatti, è in corso un aumento della spesa militare di Taiwan, stimata al 2,5% del PIL, pari a circa 20 miliardi di dollari. Inoltre, gli Stati Uniti, attraverso il fondo Foreign Military Financing (FMF), garantiscono annualmente pacchetti di aiuti economici e militari al territorio. Gli investimenti principali sono stati destinati agli equipaggiamenti funzionali a fronteggiare la Cina nei domini operativi maggiormente contesi. Nello specifico, Taiwan ha acquistato dagli Stati i caccia F-16 Viper aggiornati al Block 70 e il sistema di difesa missilistico terra-aria Patriot Advanced Capability-3 (PAC-3), schierato insieme al Tien Kung III a nord dell’Isola.
In un ipotetico scenario di conflitto, congiuntamente alla capacità di difesa antiaerea, la componente navale e subacquea potrebbe risultare determinante per l’implementazione di una linea d’azione asimmetrica da parte di Taiwan, volta a sfruttare finestre d’opportunità per degradare il dispositivo avversario, contestandone la supremazia aeronavale. Il possibile incremento di sottomarini consentirebbe infatti a Taiwan di rafforzare le proprie capacità di raccolta informativa , sfruttando gli apparati per Intelligence, Surveillance & Reconnaissance (ISR) dei battelli. Le tecnologie sonar ed ottiche dei sottomarini permettono infatti di mappare i movimenti dell’avversario e di individuare ed ingaggiare bersagli di superficie, garantendo un’esposizione nettamente inferiore rispetto alle unità aeree e di superficie. Una scelta delle Forze Armate taiwanesi che appare preventiva rispetto alle tattiche navali potenzialmente utilizzabili da Pechino, come la creazione di bolle Anti Access/Area Denial (A2/AD) finalizzate ad imporre un blocco navale intorno all’Isola.
Come riportato nella propria dottrina difensiva Overall Defense Concept (ODC), il primo obiettivo di Taiwan è quello di impedire l’occupazione militare da parte di Pechino , anziché provare a competere in uno scontro aperto. L’approccio tattico appare dunque di tipo denial, orientato all’impiego di tutti gli strumenti tattici idonei ad interdire la manovra avversaria nei domini aereo, marittimo e terrestre.
Verosimilmente, il principale teatro operativo della flotta sottomarina di Taiwan riguarderà la copertura della costa orientale , quale snodo strategico per mantenere l’accesso all’Oceano Pacifico favorendo i collegamenti con le basi ed installazioni statunitensi nell’area, inclusa Guam. L’elemento denial del sottomarino, in tale quadro, è rappresentato dalla sua capacità di impedire un rapido e sicuro ottenimento del sea control da parte cinese, offrendo una minaccia latente che ne ridurrebbe le sortite navali nelle acque prospicienti il territorio.
Nel complesso, l’obiettivo risulta quello di imporre dei dilemmi alla Repubblica Popolare Cinese, costringendo Pechino a schierare un numero maggiore di risorse rispetto al previsto e ad impegnarsi in un confronto di attrito a lungo termine.
Dal punto di vista militare, la variabile determinante dipende dal reale ed effettivo sviluppo capacitivo di Taiwan nelle operazioni multi-dominio e nel dominio cibernetico, nonché dall’acquisizione di expertise tecnologico, industriale e militare. Tuttavia, lo sviluppo del programma IDS offre una finestra di opportunità rilevante all’industria della Difesa locale, la quale potrebbe iniziare un processo di crescita rapido e concreto, soprattutto grazie al sostegno tecnico di Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Corea del Sud ed Australia. L’obiettivo di produrre 8 sottomarini classe Hai Kun entro il 2040, se inserito in un contesto di ammodernamento strutturale delle Forze Armate di Taipei , potrebbe condurre Taiwan ad una minore dipendenza dagli aiuti alleati e dotarla di una maggiore capacità di deterrenza.