La strategia europea dell’India: il viaggio di Narendra Modi in Polonia e Ucraina
Lo scorso 21 agosto, il Primo Ministro indiano Narendra Modi si è recato in visita ufficiale a Varsavia, in Polonia, per poi muoversi successivamente in direzione dell’Ucraina, dove ha incontrato il Presidente Volodymyr Zelensky. La missione del leader indiano in Europa centro-orientale rientra nel contesto della più ampia strategia indiana, volta a consolidare e rilanciare i rapporti del Paese con il continente europeo. Questa dinamica, sviluppatasi ampiamente nel corso del secondo mandato di Narendra Modi, ha subito un’accelerazione con l’intensificarsi delle tensioni tra Cina e blocco Euro-Atlantico ed è proseguita con lo scoppio del conflitto russo-ucraino. In questo contesto, l’India ha cercato da subito di imporsi come attore potenzialmente in grado di mitigare, nel lungo termine, gli effetti del progressivo decoupling economico europeo dalla Cina. Dal canto loro, gli attori europei si sono dimostrati molto propensi a dialogare con Nuova Delhi anche per provare ad allontanare questa da Mosca, il cui isolamento resta un obiettivo dei sostenitori dell’Ucraina. Di conseguenza, l’India ha recentemente consolidato, tra gli altri, i rapporti con Francia, Germania, Regno Unito e ha anche scongelato quelli con l’Italia. Parallelamente, è stata ampliata la portata del partenariato strategico con l’Unione Europea (UE), con la quale si è ripreso a trattare per la definizione di un accordo di libero scambio, mentre è stato concluso quello tra India e Paesi della European Free Trade Association (EFTA).
Tuttavia, gli ampi sforzi diplomatici compiuti in direzione della creazione di un solido asse indo-europeo rischiavano di restare frustrati in assenza di un segnale da parte di Nuova Delhi sul principale dossier di sicurezza continentale, ossia il conflitto in Ucraina. Nella consapevolezza di ciò e in nome dei principi guida di una politica estera ispirata al pragmatismo e al multi-allineamento, l’India ha fatto la sua comparsa nel quadrante strategico fondamentale per la sicurezza e la difesa europea, rappresentato dall’asse Varsavia-Kiev, dove si organizza in termini materiali e politici la resistenza antirussa.
Nel corso della presenza del Primo Ministro Modi in Polonia, dove si sono svolti incontri al vertice con il Presidente Andrzej Duda e il Premier Donald Tusk, i due Paesi hanno deciso di elevare le relazioni a partenariato strategico, approvando anche un Action Plan quinquennale per guidarne l’evoluzione. Sul fronte economico e commerciale, i due Paesi puntano a un ampliamento dell’interscambio complessivo, in costante crescita e già superiore ai 5 miliardi di dollari nel 2022, ma anche a un maggiore equilibrio dello stesso attraverso un incremento del limitato export polacco. Allo stesso tempo, India e Polonia hanno discusso di un ampliamento degli investimenti diretti esteri attualmente piuttosto limitati, malgrado la presenza di colossi indiani come ArcelorMittal o Tata Consultancy Services nel mercato polacco. Altro tema emerso nei colloqui tra Modi e Tusk è quello dei possibili partenariati nel settore Difesa, in parziale risposta alla necessità di diversificazione dell’India emersa a seguito dello scoppio del conflitto russo-ucraino. Inoltre, in prospettiva, India e Polonia hanno individuato come settori nei quali approfondire collaborazione quelli della mobilità elettrica, dell’agribusiness, delle tecnologie legate all’idrogeno e della condivisione di know-how relativo al settore minerario. Enormi potenzialità esistono anche nel settore della marittimità, con i due Paesi che potrebbero mettere a sistema le rispettive risorse e capacità per sviluppare progetti congiunti.
Dal punto di vista politico e strategico, la visita di Modi in Polonia è stata un successo per entrambi i Paesi. Varsavia e Nuova Delhi, infatti, hanno ottenuto sostegno reciproco sui loro dossier prioritari di politica estera, tra i quali il richiamo al rispetto dei principi ONU nel contesto della guerra in Ucraina, il supporto al principio Open and Free Indo-Pacific e la comune battaglia contro attori che sponsorizzano il terrorismo. Nel breve-medio termine, un irrigidimento ulteriore delle relazioni tra UE e Cina potrebbe contribuire a consolidare il neonato partenariato indo-polacco, il cui destino resta legato anche allo sviluppo di accordi sugli investimenti e sul libero scambio tra Bruxelles e Nuova Delhi.
Il 23 agosto, Modi si è poi recato in Ucraina, dove il fronte andava scaldandosi a seguito dell’operazione delle forze di Kiev nell’Oblast di Kursk. Data la posizione di sostanziale neutralità sul conflitto mantenuta dall’India finora e dell’ottimo stato di salute delle relazioni indo-russe, la presenza del leader indiano in Ucraina ha rappresentato un segnale politico estremamente rilevante. L’incontro con Zelensky mirava di fatto a ribadire l’assenza di una piena condivisione da parte indiana delle azioni compiute dalla Russia di Vladimir Putin dal febbraio 2022. In altre parole, Nuova Delhi ha provato ad affermare il concetto per cui la comprensione delle posizioni russe non si traduce necessariamente in supporto politico delle stesse. Tuttavia, questo complesso esercizio di equilibrismo dell’India necessitava di un’azione eclatante, volta a ristabilire l’immagine del Paese col blocco Euro-Atlantico dopo la visita di Modi a Mosca dello scorso luglio. Infine, con la missione in Ucraina, l’India ha anche provato a screditare la narrazione che propone una sostanziale sovrapposizione con le posizioni della Cina sul conflitto in corso. Seppur l’ambizione indiana non fosse quella di proporre un piano di pace, la presenza di Modi in Ucraina è inoltre servita a ribadire la richiesta indiana di cessazione delle ostilità, altro punto sul quale l’attore asiatico non ha mai mutato il proprio approccio.
La visita di Modi in Ucraina va poi inserita nel contesto della strategia europea dell’India e del piano di rafforzamento della posizione globale del Paese. A tal proposito, è emersa nel tempo con sempre maggiore forza la consapevolezza che un approccio di sostanziale distacco dagli avvenimenti, simile a quello tenuto dagli indiani sul vicino Myanmar, non sempre paga. Di conseguenza, un attore che punta ad avere rilevanza sulla scena internazionale non può restare troppo a lungo “assente” rispetto ad avvenimenti di portata globale. La mossa di Nuova Delhi, dunque, va letta anche in funzione della volontà di giocare un ruolo, per quanto indiretto, nelle eventuali negoziazioni conclusive del conflitto e, soprattutto, in quelle post-conflitto che saranno determinanti i futuri assetti di sicurezza europei e quindi il contesto nel quale i rapporti India-Europa andranno a svilupparsi.