La conferenza di Palermo sulla Libia e il futuro del processo di riconciliazione
La conferenza internazionale di Palermo del 12 e 13 novembre si svolgerà in una fase di profonda incertezza riguardo il futuro del processo di riconciliazione libico. Il periodo di tempo trascorso dalla rottura dell’unità istituzionale del 2014, da cui erano sorti i Parlamenti rivali di Tripoli e di Tobruk, ha visto un peggioramento netto del quadro politico, securitario, economico e sociale del Paese. La macro-divisione tra Est e Ovest ha accelerato la frammentazione del tessuto sociale e tribale e ha esacerbato i sentimenti di diffidenza e sospetto reciproco tra le tante anime della rivolta. Decine di gruppi armati, spesso espressione di singole città, se non di quartieri, si sono ripetutamente scontrati, oscillando fra il tentativo di ottenere una quota di potere più ampia e l’arroccamento nella difesa dei privilegi acquisiti dopo il 2011.
Parallelamente, il processo diplomatico guidato dalle Nazioni Unite ha perso progressivamente vigore e incisività. La sigla dell’Accordo di Skhirat (dicembre 2015) e il successivo insediamento a Tripoli del Governo di Unità Nazionale (marzo 2016) hanno mostrato immediatamente tutti i loro limiti.