Israele e Grecia firmano un accordo di Difesa “da record”
Medio Oriente e Nord Africa

Israele e Grecia firmano un accordo di Difesa “da record”

Di Angela Ziccardi
20.04.2021

Domenica 18 aprile, il Ministero della Difesa israeliano ha annunciato di aver firmato con la controparte greca il più grande accordo di sempre in materia di approvvigionamenti militari su scala bilaterale. I due Paesi hanno siglato un contratto da 1,65 miliardi di dollari per l’istituzione di un centro di addestramento per l’Aeronautica ellenica, commissionato alla società israeliana Elbit Systems, per un periodo di 22 anni. Stando agli accordi, il centro di addestramento sarà modellato sull’accademia di volo israeliana e sarà rifornito anche di 10 aerei da addestramento M-346 prodotti dall’azienda italiana Leonardo. Oltre all’equipaggiamento per il funzionamento degli aerei T-6 della Grecia, l’israeliana Elbit offrirà anche formazione e supporto logistico.

L’accordo del 18 aprile non rappresenta una novità in termini assoluti, in quanto Israele e Grecia hanno intavolato negli ultimi anni un’importante cooperazione bilaterale di carattere militare e economico, soprattutto a seguito dell’escalation di tensioni sulla questione delle Zone Economiche Esclusive (ZEE) nel Mediterraneo Orientale. Inoltre, l’annuncio di un accordo di tale portata arriva a pochi giorni dall’incontro tenutosi a Cipro il 16 aprile tra i Ministri degli Esteri di Emirati Arabi Uniti, Grecia, Cipro e Israele, primo di una nuova serie di meeting votati ad approfondire una cooperazione in chiave multilaterale, anche in parallelo allo schema del Forum del Gas del Mediterraneo Orientale (EMGF), l’organizzazione internazionale ad hoc dalla quale la Turchia è esclusa.

Se l’accordo può permettere alla Grecia un rafforzamento della propria postura nell’area Mediterranea, soprattutto in chiave anti-turca, la volontà israeliana di rafforzare il contingente aeronautico greco rientra nelle dinamiche di diplomazia militare che Tel Aviv sta implementando nella regione, soprattutto rafforzando la dimensione marittima in merito all’approvvigionamento energetico di gas nel quadrante ampio nel Mediterraneo Orientale. Difatti, nell’ultimo periodo, Israele ha puntato a fare del proprio assetto militare nazionale, a partire dalla Marina, un baluardo per il controllo e la sorveglianza delle risorse nelle acque territoriali di suo riferimento e nel contribuire allo sviluppo di relazioni rafforzate, non solo nell’ambio Difesa, con i diversi partner dell’altra sponda del Mediterraneo.

Il rafforzamento delle operazioni di controllo lungo le acque territoriali risulta inoltre impellente per Israele se viene considerato il clima di distensione che si sta delineando tra diversi attori coinvolti nella disputa sulle ZEE, partendo dal processo di normalizzazione in atto tra Turchia ed Egitto, quest’ultimo partner strategico di Israele nella contesa mediterranea.

Al contempo, il consolidamento della Difesa greca permette a Tel Aviv di trarre vantaggio dal tesoro energetico localizzato nelle proprie aree sottacquee. Infatti, le acque territoriali israeliane detengono il 40/41% delle riserve di gas scoperte fino ad ora nell’intero Mar del Levante, risorse che hanno permesso al Paese di raggiungere l’indipendenza energetica e di diventare esportatore netto di gas. La possibilità di continuare ad usufruire delle riserve gasifere come strumento economico per le proprie casse nazionali viene sicuramente agevolata da un potenziamento delle relazioni con Atene, la quale potrebbe cristallizzarsi anche nella costruzione di un condotto sottomarino per il trasporto di gas verso l’Unione Europea, progetto messo in cantiere con Grecia e Cipro già da tempo.

Di conseguenza, la firma dell’accordo “da record” costituisce un punto a favore soprattutto per Tel Aviv, che mira a consolidare il suo ruolo geo-strategico nello scacchiere mediterraneo e può irrobustire anche la propria forza economica servendosi della Difesa greca. Inoltre, inserendosi nel quadrante più ampio del vertice di Cipro, c’è da aspettarsi che altri patti bilaterali e multilaterali di questo tipo prendano forma nei prossimi mesi, potendo portare a un rimescolamento delle carte in tavola nei dossier dei vari attori coinvolti e spingendo la controparte turca a muoversi di conseguenza.

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