Il Leopard 2 A-RC 3.0 e le tendenze per il futuro dei carri da combattimento
Difesa e Sicurezza

Il Leopard 2 A-RC 3.0 e le tendenze per il futuro dei carri da combattimento

Di Emmanuele Panero e Andrea Russo
25.06.2024

Il 13 Giugno scorso, in prossimità dell’apertura del salone Eurosatory 2024, il consorzio franco-tedesco KNDS ha presentato un’anteprima di un nuovo prototipo del carro armato (MBT – Main Battle Tank) Leopard. Denominato Leopard A-RC 3.0, il mezzo presenta sostanziali migliorie tecniche e capacitive, segnalando il consolidamento di alcune tendenze nei requisiti per la quarta generazione di MBTs, in linea con quanto in sperimentazione su modelli come il KF-51 Panther di Rehinmetall e l’Abrams X di General Dynamics Land Systems. La più significativa, tra queste, è l’adozione di una torretta unmanned, con conseguente riduzione dell’equipaggio da quattro a tre operatori: capocarro, cannoniere e pilota, permettendo di ottimizzare l’impiego e limitare l’esposizione del personale, ma generando potenziali criticità in termini di resilienza operativa della componente umana. L’automazione della torretta, oltre a permettere l’eliminazione della figura del servente al pezzo, riduce inoltre il profilo orizzontale del veicolo a meno di 2,5 metri, rendendolo maggiormente occultabile e difficile da ingaggiare per l’avversario.

Il ricorso ad un meccanismo di caricamento automatico permette parallelamente di incrementare la letalità ed il raggio d’azione, con l’adozione di cannoni dal calibro più elevato. Se l’Abrams X è infatti ancora orientato a montare un 120 mm, la torretta del Leopard A-RC 3.0 è progettata per ospitare pezzi fino al 140 mm Ascalon, mentre il KF-51 è dotato del cannone da 130 mm Future Gun System. L’integrazione di una torretta unmanned consente di conseguenza l’alloggiamento dell’equipaggio nello scafo, incrementando sensibilmente la protezione dello stesso e limitando i requisiti di corazzatura per la sovrastruttura, favorendo così un contenimento del peso sotto le 60 tonnellate. Quest’ultimo rappresenta una priorità comune a tutti gli MBTs di quarta generazione, finalizzato ad incrementare non solo l’agilità, ma soprattutto la mobilità tattica e strategica dei mezzi.

La situational awareness, nel caso del Leopard A-RC 3.0 è comunque assicurata da un’optronica inclusiva di un Laser Warning Receiver, un drone detector ed un sistema di controllo del fuoco interamente digitalizzato. La dotazione elettronica di bordo garantisce in aggiunta un alto livello di interoperabilità con altre piattaforme, quali droni, sia terrestri che aerei, ulteriori mezzi da combattimento e anche elicotteri d’attacco, così come previsto per l’Abrams X. Altra tendenza affermata negli MBTs di nuova generazione è l’adozione di sistemi di protezione attiva (APS-Active Protection System) hard-kill, ossia in grado di lanciare contromunzioni per neutralizzare diversi tipi di minacce in volo verso il veicolo. Sia KNDS che General Dynamics Land Systems hanno optato per una soluzione ormai consolidata come l’APS Trophy della israeliana Rafael, mentre Rehinmetall ha preferito sviluppare una soluzione in-house per il suo Panther, l’APS Strike Shield. Analogamente, la tendenza a montare un sistema d’arma a controllo remoto (RCWS – Remote Control Weapon System) sulla torretta, anche con funzione anti-drone, appare trasversale ai tre modelli, con il KF-51 ancora orientato su una mitragliatrice pesante da 12,7 mm e gli altri due verso cannoni automatici da 30 mm. L’attenzione a queste soluzioni riflette l’attrito significativo imposto agli MBTs soprattutto nella guerra in Ucraina ed in misura minore nel conflitto in Medio Oriente, ad opera di missili guidati controcarro (ATGM – Anti-Tank Guided Missile), droni (FPV UAV – First Person View Unmanned Aerial Vehicle) e munizioni circuitanti.

In ultimo, anche i sistemi d’arma secondari presentano innovazioni rilevanti, con una generale propensione a dotare la nuova generazione di MBTs con sistemi aerei dotati di capacità di intelligence, sorveglianza, ricognizione ed acquisizione bersagli (ISTAR - Intelligence, Surveillance, Target Acquisition, & Reconnaissance), nonché di attacco a medio raggio, quali munizioni circuitanti. Precursore in questo campo è stato il KF-51, che dispone di un lanciatore elevabile a quattro celle per l’alloggiamento di vettori Hero-120 dell’israeliana UVision, mentre nel caso del prototipo presentato da KNDS, un simile dispositivo può essere impiegato flessibilmente anche per dispiegare ATGMs.