Il fronte jihadista in Tunisia
A distanza di 5 anni dalla “Rivoluzione dei Gelsomini” e dall’esautorazione del Presidente Ben Ali, la Tunisia prosegue nel suo complicato percorso di ristrutturazione delle istituzioni e degli apparati burocratici, di tentativo di rinnovamento delle élite politiche e di riforma del sistema economico. Ad oggi, il bilancio della transizione post-autocratica appare contraddittorio e denso di incognite. Infatti, incoraggianti appaiono alcuni elementi: il popolo e la classe politica tunisini hanno dimostrato una grande maturità nell’accettazione delle procedure democratiche (dibattito istituzionale, vitalità nell’attivismo civile, trasparenza della conduzione delle elezioni, riconoscimento pacifico dei risultati elettorali, alternanza tra differenti forze di governo); inoltre, in un momento di estrema difficoltà economica e securitaria, i principali partiti nazionali, gli islamisti moderati di Ennadha e i laici di Nidaa Tounes, hanno saputo accantonare le divisioni e le diffidenze reciproche in nome di quella politica di “larghe intese” necessaria a stabilizzare il Paese in un periodo di grande incertezza.
Scarica la nota dell’Osservatorio di Politica Internazionale (n.58 - marzo 2016)