Gli impatti mediorientali del conflitto tra Israele e Hamas: prospettive ed evoluzioni
L’Operazione “ Alluvione di al-Aqsa ”, l’offensiva militare condotta da Hamas e dai suoi alleati del Jihad Islamico Palestinese (JIP) attraverso operazioni di area, terra e mare, rappresenta una traccia indelebile nella storia di Israele. Da più parti, diversi commentatori hanno definito questo conflitto una sorta di “11 settembre 2001” o di “Pearl Harbour” israeliano.
Forse, però, quello a cui stiamo assistendo mostra un qualcosa di inedito sia nella portata sia negli impatti, anche psicologici, che le azioni coordinate e ben pianificate da Hamas hanno prodotto in Israele. In quest’ottica, potremmo paragonare l’effetto sorpresa e le reazioni a questa offensiva a quanto accaduto esattamente 50 anni, nel 1973, con il conflitto dello Yom Kippur (o guerra del Ramadan), che lasciò profondi segni su tutti gli ambiti (politici, sociali e di sicurezza) del Paese. In altre parole, questo 7 ottobre 2023 sarà una data che segnerà in profondità l’identità e le certezze di uno Stato che ha fatto della superiorità militare, della sicurezza e degli attacchi preventivi contro i suoi nemici un elemento incontrovertibile della sua forza e credibilità.
Tuttavia, la morte di più di 2.000 persone da ambo i lati, l’intensificarsi delle violenze e il possibile avvio di un’operazione di guerra terrestre nella Striscia di Gaza aprono significative incognite sulle ripercussioni che tali eventi avranno nella dinamica specifica del conflitto israelo-palestinese, così come nelle relazioni intra-palestinesi e quelle tra gli israeliani. Al contempo, però, questo evento tragico definirà un punto di non ritorno anche nella stanca retorica del mantenimento dello status quo regionale. Infatti, la crescente escalation a cui stiamo assistendo ha già decretato un superamento della realtà e un passo nuovo nella storia del Medio Oriente. Una guerra totalmente diversa da quelle passato e, quindi, in grado di aprire una fase diversa nei rapporti locali, regionali e internazionali del Medio Oriente. Un conflitto potenzialmente totale e in grado di innescare impatti decisivi in più dinamiche: dall’apertura di tre fronti di guerra e contemporanei (a Gaza, nelle aree miste arabo-israeliane e in Cisgiordania) al coinvolgimento di attori antagonisti come Hezbollah in Libano, per non parlare dei processi di de-escalation mediorientali in cui è coinvolta anche la Siria e i dialoghi Israele e Paesi arabi – con possibili conseguenze sulla normalizzazione tra Tel Aviv e Riyadh. Alla luce, quindi, dell’attuale contesto sarebbe sbagliato e in parte fallace non comprendere parte delle dinamiche di guerra in corso senza tener presente gli sviluppi regionali occorsi o in corso.
Pertanto, il presente lavoro punterà a chiarire cause e conseguenze della lettura regionale all’interno del conflitto in corso tra Israele e Hamas, cercando allo stesso tempo di definire quali dinamiche e prospettive si potranno presentare nel prossimo futuro.