Cosa è emerso al vertice dell’Asia-Pacific Economic Cooperation
Tra il 18 e il 19 novembre, si è tenuto a Bangkok il 29° vertice dei leader dei Paesi dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), il forum istituito nel 1989 per promuovere l’integrazione economica nella regione. Svoltosi in un clima di crescenti tensioni internazionali, il summit non ha rispettato pienamente agenda e priorità della Presidenza thailandese relative ai temi della sostenibilità e allo sviluppo di un’area di libero scambio in Asia Pacifico. In questo quadro, la presenza di visioni inconciliabili tra i rappresentanti dei 21 Paesi membri, pur non impedendo la stesura di un documento finale comune, ha rischiato di far deragliare il vertice dal quale non sono emersi risultati rilevanti.
Il primo dei due giorni di lavori a Bangkok è stato caratterizzato dai timori relativi al lancio di un missile balistico intercontinentale Hwasong-17 da parte della Corea del Nord. Successivamente, il dibattito è stato dominato dalla questione della guerra in Ucraina menzionata nel documento finale come fattore di instabilità sul quale permangono, tuttavia, visioni discordanti. Medesime considerazioni erano emerse al G20 di Bali dove, al pari del forum APEC, la presenza di Paesi neutrali nei confronti del conflitto ha reso impossibile l’adozione di un documento chiaro e coerente.
Il recente deterioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Cina potrebbe influire anche sui discreti risultati ottenuti dal forum in tema di integrazione economica regionale. In particolare, il rispetto del piano pluriennale relativo allo sviluppo di un’area di libero scambio inserita nel documento finale resta legata alla volontà d’implementazione degli Stati membri. In questo quadro, il perseguimento di strategie regionali opposte da parte di Pechino e Washington non sembra preludere a sviluppi positivi.
La Cina, in particolare, oltre ad aver fatto domanda di accesso al Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP), è impegnata nello sviluppo dell’accordo di libero scambio Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), operativo dallo scorso gennaio.
Intanto, gli Stati Uniti hanno risposto all’attivismo cinese lanciando l’Indo-Pacific Economic Framework (IPEF), iniziativa di carattere diverso rispetto ai tradizionali accordi commerciali che non prevede un accesso facilitato al mercato americano per gli Stati partner.
In questo contesto competitivo in cui gli Stati regionali sono sempre più costretti a scegliere tra iniziative economiche e commerciali opposte tra loro, appare quindi improbabile assistere, almeno nel breve periodo, a progressi significativi nel campo dell’integrazione economica regionale così come intesa dall’APEC.