Sahel: necessari interventi urgenti in area instabilità

Sahel: necessari interventi urgenti in area instabilità

02.04.2015

Presidente Ce.S.I., diplomazia è centrale, servono Ambasciate

I problemi che affliggono l’area del Sahel sono una fonte di instabilita’ per il mondo e questa zona necessita interventi urgenti soprattutto in virtu’ dell’avanzata del Califfato. In questa prospettiva e’ stato presentato questa mattina alla Farnesina il rapporto “Fragilità e Sicurezza nell’Africa Saheliana. Priorita’ per l’azione Italiana ed Europea”, redatto dal Ce.S.I. (Centro Studi Internazionali) e dal Ce.S.P.I. (Centro Studi di Politica Internazionale), che ha posto come punto di partenza la strategicita’ dell’area non solo per l’Africa, ma anche per l’Europa e per l’Italia.

“Siamo preoccupati per l’avanzare del terrorismo - ha detto Andrea Margelletti, Presidente Ce.S.I. - Usare metodi militari non serve per fermarlo. Non servono bombe intelligenti, ma strategie intelligenti. Sappiamo di avere poche risorse da investire nell’area ma dovremmo stare attenti a spenderle meglio. Abbiamo bisogno delle Ambasciate. E’ centrale la presenza diplomatica in una zona cosi’ strategica. Dopo la finanza creativa ci vorrebbe una diplomazia creativa per risolvere i problemi. Dovremmo usare l’arma del Welfare e approcciare, una per una, le realta’ tribali, un tempo piu’ coese. Lo sviluppo e’ connesso alla sicurezza”.

L’introduzione della conferenza e’ stata affidata al Ministro Pierfrancesco Sacco Direttore dell’Unità Di Analisi e Programmazione MAECI, che ha sottolineato quanto “la diplomazia moderna abbia bisogno di un metodo multidisciplinare per aiutare realta’ complesse come il Sahel e le sfide globali abbiamo bisogno di un approccio integrato”. Durante l’incontro, moderato da Stefano Polli, Vice Direttore dell’ANSA, sono state esposti i diversi problemi che interessano i sette paesi presi in considerazione (Burkina Faso, Senegal, Niger, Gambia, Ciad, Mali, Mauritania), dal cambio climatico alla conseguente insicurezza alimentare, dalla migrazione alle diseguaglianze, dal non rispetto dei diritti umani alle violenze fino alla schiavitu’, e si e’ cercato di offrire spunti concreti per la risoluzione delle principali sfide.

“Questi paesi sono in difficilta’ anche nel controllare le frontiere - ha sottolineato Marco Zupi, Direttore Ce.S.P.I. - ma bisogna tenere presente anche che su queste frontiere esiste una economia informale sana, che andrebbe rafforzata. E’ un’economia che potrebbe prendere la strada dello sviluppo se accompagnata dalle istituzioni, anziche’ finire nelle mani dei trafficanti”. La conferenza, chiusa dal Ministro Raffaele de Lutio, Vice Direttore Generale Vicario/Direttore Centrale per i Paesi dell’Africa Sub-sahariana del MAECI, e’ stata arricchita anche dagli interventi di Alberto Mazzali, Ricercatore Ce.S.P.I., Marco Di Liddo Analista, Desk Africa Ce.S.I., Gianni Rufini, Direttore Generale Amnesty International Italia e Lia Quartapelle, Commissione Affari Esteri Camera dei Deputati.

Fonte: ANSAmed