Più Ue per l’Europa. Il Pres. Andrea Margelletti per Airpress

Più Ue per l’Europa. Il Pres. Andrea Margelletti per Airpress

04.17.2017

Lo scorso 25 marzo si è celebrato nella Capitale il 60esimo anniversario della firma dei Trattati di Roma, ovvero il primo passo di quel processo di integrazione continentale che ha portato alla nascita della Ue.
Dalla Dichiarazione di Roma, firmata da tutti i 27 Stati membri, è emersa una sorta di compromesso che salvaguarda la possibilità di una maggiore integrazione per tutti, ma a velocità diverse dove necessario. Pur se posta in forma più lieve, questa decisione rispecchia la formula di “Europa a due velocità” e segna, dunque, un importante momento di svolta per l’Unione, la quale adesso potrà mirare a giocare un ruolo più importante sulla scena internazionale soprattutto nei delicati campi della sicurezza e della difesa. A tale scopo, e come è stato più volte evidenziato dai Paesi promotori di questo approccio (Italia, Francia e Germania su tutti), lo sviluppo di una politica di difesa comune, di capacità militari maggiormente integrate e di una base industriale effettivamente europea sono di fondamentale importanza. A oggi, i primi passi effettivi verso questa direzione sono soprattutto tecnici e inquadrati nell’attività della European defence agency che lo scorso 23 marzo ha dato il via a 4 progetti specifici: Multimodal transport hub (volto a facilitare le procedure di attraversamento delle frontiere per i mezzi militari); European centre for manual neutralization capabilities (gestione della minaccia Ied – Improvised explosive devices); Multinational modular medical unit (che mira ad aumentare l’interoperabilità medica) e Personnel recovery controller and planner course (che mira a creare specialisti europei nel delicato ruolo di recupero del personale).
Tuttavia, per valorizzare seriamente questi progetti è necessario uscire definitivamente dalle ambiguità politiche che ancora circondano le possibili cooperazioni rafforzate in materia di difesa.
La cerimonia di Roma è stata salvata dal punto di vista formale, adesso è il momento di stringere effettivamente con chi ci vuole stare e dare una vera credibilità politica e strategica alla dimensione militare dell’Unione. I Paesi fondatori della Ue sono ben consci di quanto ci sia bisogno di più Europa sullo scacchiere
internazionale e, auspicabilmente, non si dovrebbero far rallentare dai freddi venti nazionalistici che soffiano forti dal gruppo di Visegrad.

Andrea Margelletti

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Fonte: Airpress n.77